Sentiero dei Contrabbandieri – Fumante, gruppo del Carega

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La prima cosa che si deve dire di un sentiero come quello dei Contrabbandieri è che sicuramente non è da tutti; più che sentiero si può definire percorso alpinistico che si sviluppa tra vaji e guglie su terreno impervio, dove si trovano più facilmente camosci che umani. Questa descrizione non vuole essere un invito a percorrere questo sentiero, né tanto meno una relazione alpinistica; si prefigge invece lo scopo di promuovere la conoscenza dei vecchi sentieri delle Piccole Dolomiti e il ricordo di quelle genti che più di un centinaio d’anni fa percorrevano queste erte vie non per svago ma per procurarsi un sostentamento per vivere.

Nelle Piccole Dolomiti esistono due sentieri dei Contrabbandieri: uno nel gruppo del Fumante sul Monte Carega e un altro sul versante sud del Massiccio del Pasubio. Entrambi presentano alcune affinità: in primo luogo erano percorsi dai valligiani di Recoaro e Valli del Pasubio per superare i confini nazionali e contrabbandare merci come il sale e il tabacco con le genti dell’Impero Austro-Ungarico; dovendo evitare i controlli lungo i valichi più frequentati, i contrabbandieri dovevano necessariamente salire lungo vie impervie e non prive di pericoli per evitare di farsi scoprire, con lo scopo di guadagnare qualche soldo in più per la vita familiare.

Il Sentiero dei Contrabbandieri del Fumante si sviluppa tra gli impluvi del Vajo di Lovellazzo e del Vajo Ghimbalte. Il percorso è sempre ripido e sovente esposto, una scivolata nel punto sbagliato potrebbe condurre ad esiti infausti, per cui sono necessarie prudenza e buone abilità di muoversi in montagna.

La via più veloce per raggiungere l’attacco del Sentiero dei Contrabbandieri è seguire il sentiero che dal Colle della Gazza porta al Vajo Scuro. Da qui si apprezza bene il labirintico intrico di vaji che come delle profonde rughe segnano la morfologia del Fumante. Si oltrepassano prima il solco del Vajo Pelegatta e poi quello del Vajo Ghimbalte per salire fino ad un piccolo valico che prende il nome di Selletta delle Poe. Qui vi si trova una cuspide rocciosa nel lato a valle con una croce in legno spezzata, dall’altro lato invece sale il ripido prato dove si inerpica il Sentiero dei Contrabbandieri. Se si fa attenzione, su un masso vicino al sentiero si trova una vecchia scritta sbiadita con la vernice nera che indica l’inizio del percorso alpinistico.

Il sentiero che porta al Vajo Scuro invece prosegue costeggiando le pareti del Lontelovere restando in quota; il luogo è severo e affascinante: si ergono le alte pareti del Castello di Lovellazzo e del vicino Lontelovere, mentre in alto svetta la Torre Ivano.

Si sale cercando flebili tracce di sentiero tra l’erba pungente, cercando si seguire la fascia rocciosa ma senza costeggiarla troppo. Dopo essersi alzati un po’ di quota, si nota una piccola targa commemorativa sulla sinistra. Si rimonta quindi la costola erbosa fino a notare una seconda selletta la quale si raggiunge piegando decisamente a sinistra.

Da qui il sentiero diventa più visibile e si notano vecchi segni quasi sbiaditi di vernice rossa.

Si risale un primo canalino fino ad una forcella dalla quale si scorgono le soprastanti Teste di Cammello, piccole guglie poste lungo il sentiero e dal profilo caratteristico. Con alcuni brevi traversi facili ma sospesi sopra il Vajo di Lovellazzo ci si porta verso il circo terminale del canale, caratterizzato da guglie e pareti di roccia marcia. Alle proprie spalle si apre il panorama sulla Catena delle Tre Croci e l’Altopiano delle Montagnole.

Ormai verso la conclusione del Sentiero dei Contrabbandieri si supera sulla sinistra un breve canalino roccioso dove si arrampica facilmente (al termine è presente un chiodo verde) e con un’ultima rampa erbosa si giunge nei pressi del magnifico Castello degli Angeli che come una cattedrale si innalza sulla conca del Prà dei Angeli. Qui è dove transita il Sentiero Alto del Fumante (segnavia 195) con il quale poi si risale al Passo dell’Obante e si può scendere al Rifugio Scalorbi.

Da qui si può continuare l’escursione verso le cime più alte del Carega oppure si può calare facilmente al Rifugio Battisti alla Gazza per i sentieri dell’Omo e la Dona o quello del Forcellino Plische.

I tempi di percorrenza del Sentiero dei Contrabbandieri variano da poco meno di un’ora a circa tre ore. Conviene evitare di percorrerlo con fondo bagnato e in presenza di nebbia ed è sconsigliato in discesa. Per percorrerlo sono necessari un buon intuito e buone capacità di movimento su terreno ripido e friabile.