Zaia, “scuole venete nel caos”

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“Le scuole venete nel caos, cattedre scoperte, istituti senza dirigenti, mancanza di insegnanti al Nord ed eccesso di insegnanti al Sud, l’anno scolastico 2016/2017 che di fatto non è ancora a regime, 48 mila insegnanti assunti in ruolo su posti fittizi ‘di progetto’ che non servono alle scuole. A mano a mano che passano i mesi, la cosiddetta ‘buona scuola’ di Renzi assomiglia sempre di più all’assunzione dei 30 mila forestali calabresi. Con tanto di ipotesi di un enorme danno erariale”.

Lo sostiene il Presidente Luca Zaia di fronte ai ripetuti disservizi subìti dagli alunni delle scuole statali del Veneto, non ultimo il caso dell’Istituto Severi di Padova, in cui il rientro in servizio di un docente di ruolo solo per un giorno ha fatto saltare il supplente che garantiva la copertura della cattedra per tutto l’anno.

“Bisognerà, prima o poi, che qualcuno racconti ai veneti la verità che sta dietro i proclami sulla buona scuola, che stanno umiliando tanti docenti e presidi di buona volontà, creando problemi a studenti e famiglie, facendo venir meno il diritto costituzionale allo studio. Bene, se nessuno l’ha fatto finora, informerò io i cittadini di quanto sta accadendo e di quanto accaduto” afferma Zaia.

“Cominciamo dal raccontare alle famiglie e agli studenti perché la buona scuola è un ennesimo episodio clientelare e perché  (da quel che si evince dalle cronache dei giornali) Renzi ha assunto 120 mila insegnanti, di cui 48.812 su fittizi ‘posti di progetto’ (i cosiddetti ‘diplomati magistrali’ che non insegnano italiano, matematica, lingue, fisica, informatica, latino e greco e materie fondamentali, bensì steno-dattilografia, trattamento testi, economia domestica o portineria e pratica di agenzia, musica, materie giuridiche, ginnastica) – riprende Zaia – Con una sentenza del 2014 la Corte di Giustizia europea aveva condannato l’Italia ad assumere in ruolo tutto i supplenti iscritti nelle graduatorie di istituto e nelle graduatorie provinciali a esaurimento (circa 250 mila) che avevano o avranno svolto supplenze per almeno 36 mesi di servizio anche non continuativi”.

“Bene – riprende Zaia – invece di programmare un progressivo piano di immissioni in ruolo dei soli supplenti che hanno già svolto supplenze per 36 mesi al fine di stabilizzarli sugli stessi posti che occupano già da molti anni nelle loro scuole, Renzi e il governo hanno compiuto la classica scelta clientelare, mi raccontano presidi e professori: hanno varato un ‘piano di assunzioni straordinarie’ per nominare in ruolo tutti i supplenti inseriti nelle graduatorie provinciali a esaurimento, a prescindere dal fatto che avessero o non avessero svolto i 36 mesi di servizio”.

“La situazione che si è determinata è facile da comprendere – spiega Zaia – il piano assunzioni del governo ha spinto tutti i precari delle graduatorie di istituto a fare ricorso al Tar per essere inseriti nelle graduatorie provinciali che, lungi dallo svuotarsi, si sono gonfiate per effetto dei nuovi inserimenti ordinati dal Tar del Lazio, con almeno 300 mila nuovi aspiranti alla nomina in ruolo senza concorso”. “Soltanto in Veneto i nuovi inserimenti ammonterebbero a oltre 2 mila unità – riprende Zaia – e come se non bastasse, il Ministro Giannini a ottobre 2016 ha annunciato al Parlamento che ora bisognerà trovare i fondi per la stabilizzazione dei precari che hanno maturato un servizio di 36 mesi”.

“Insomma – conclude Zaia – dopo aver immesso in ruolo 120 mila supplenti che non avevano maturato un servizio di 36 mesi, bisogna ancora cominciare ad assumere tutti coloro che, indicati dalla sentenza delle Corte di Giustizia Europea, hanno già svolto 36 mesi di supplenza nelle scuole statali. Non è il solito impiccio burocratico cui ci hanno abituato i ministeri romani: è una precisa volontà di natura clientelare che io denuncio. Quanto costerà cominciare ora a stabilizzare in ruolo quelli che il governo era davvero obbligato ad assumere? Voci che mi giungono parlano di 10 miliardi. E il Veneto paga… Domani la seconda puntata sul disastro annunciato”.