Esplorare il Vicentino – Monte Corno Battisti sul Pasubio

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Il Corno Battisti si erge con le sue pareti rocciose sulla Vallarsa, della quale se ne può godere un panorama stupendo.

Ma poco più di un secolo fa non si pensava di certo alle passeggiate, bensì alla guerra. Il Corno di Vallarsa, così come veniva chiamato un tempo, era un punto strategico perché permetteva di dominare tutta la valle sottostante; fu per questa ragione che la cima fu duramente contesa dagli eserciti italiano e austroungarico.

Nel 1916 gli italiani tentarono la conquista del Corno guidati da Cesare Battisti e Fabio Filzi, irredentisti trentini a capo del Battaglione Vicenza. Con grande sforzo, nella notte del 10 luglio, riuscirono nell’impresa ma la loro vittoria non durò a lungo: gli austroungarici respinsero l’attacco circondando i pochi italiani superstiti, tra cui Battisti e Filzi. Questi ultimi furono riconosciuti, fatti prigionieri e condotti al Castello del Buonconsiglio a Trento dove furono impiccati.

Ancora oggi alla selletta prospicente la cima del Corno si trovano ancora le due lapidi in memoria dei due eroici patrioti. In seguito il Corno di Vallarsa venne rinominato Corno Battisti.

La cima fa parte del massiccio del Pasubio e si trova sopra l’abitato di Anghebeni; per raggiungerlo si deve percorrere un bellissimo sentiero che nella parte finale si sviluppa all’interno di alte pareti rocciose grazie a una lunga galleria con gradini e un pozzo verticale scavata durante la Grande Guerra.

È sicuramente una delle escursioni più significative che si possono compiere in Pasubio, sia dal punto di vista storico che paesaggistico. Il percorso è di impegno medio e sui sentieri si incontrano di norma poche persone. Il punto di partenza è dal paese di Anghebeni in Vallarsa: si può scegliere di parcheggiare l’auto al paese o poco più su in località Cà d’Austria.

Per la salita si hanno due possibilità: partendo da Anghebeni si percorre il sentiero Ezio Campagna diretto al Monte Trappola, oppure da Cà d’Austria si sale la Val di Grobe per il sentiero 122B. Questa seconda opzione è leggermente più breve.

Il primo ascende con diversi tornanti e con poca pendenza, inizialmente attraverso un bel bosco di pini silvestri con sottobosco di erica e poi per una faggeta fino a giungere alla Sella della Trappola. Già sulla via di salita si aprono degli scorci veramente suggestivi sull’alta Vallarsa.

Il secondo invece è più ripido e conduce a un bello spiazzo erboso molto pendente con a fianco una baita. Qui spesso si vedono pascolare i camosci. Dopo poco tempo si giunge alla Sella della Trappola come l’altra via di salita.

Da questo punto inizia il facile ma affascinante sentiero attrezzato Galli che ripercorre gallerie e postazioni della Grande Guerra. Nei punti più esposti e ripidi sono presenti dei cavi in acciaio. Nel frattempo gli alberi si diradano per lasciare spazio alle viste sulle vicine pareti verticali del Corno Battisti.

Si superano dei gradoni e un paio di gallerie, poi sulla sinistra si nota una scalinata incisa nella roccia che sale a un cucuzzolo affilato all’interno del quale si trovano numerose finestre che fungevano un tempo da osservatori e postazioni di artiglieria: è il Cappuccio di Pulcinella.

Tornati di nuovo sul sentiero, ci si trova a camminare a ridosso della parete rocciosa; risalito l’ultimo tratto di ghiaione, si punta alla galleria che si apre direttamente nella parete. All’interno è stata realizzata una scalinata di roccia che sale ripida. La luce che entra è garantita da qualche ampio foro.

Si sale a una cengia esposta con un tetto di roccia sopra la testa di chi passa e poco più avanti ecco l’inizio della galleria più lunga, indicata da una targa marmorea con degli stemmi della 160° e 33° Compagnia del Genio Minatori. Anche questa galleria sale ripida e ci si impiega anche un quarto d’ora a superarla. Per questo tratto è necessaria una pila. Per chi volesse evitarla c’è la variante esterna adeguatamente indicata. Il pezzo forte della galleria è il Pozzo della Carrucola, un pozzo di una decina di metri verticali che si deve fare in discesa. Tempo fa erano presenti delle staffe, al momento ci sono dei lavori in corso per rinnovare l’attrezzatura con una scala in acciaio. Nella stessa galleria, seguendo altre direzioni si trovano un posto di medicamento, un punto di osservazione e altre gallerie ora crollate.

Sceso il pozzo si sbuca nuovamente all’aperto e con altri dieci minuti di salita si giunge finalmente alla vetta del Corno Battisti.

Si gode un panorama su buona parte della Vallarsa, parte del Pasubio, il Sengio Alto, il Carega e i monti trentini tra cui lo Stivo, l’Adamello, la Presanella e il gruppo del Brenta.

Per la discesa occorre passare per la Selletta Battisti dove si trovano le lapidi già menzionate e proseguire in direzione della Bocchetta dei Foxi. A sinistra si trova il Monte Spil mentre verso destra sulla cresta il Monte Testo.

Giunti alla Bocchetta dei Foxi si scende per il lungo e tortuoso sentiero della Val dei Foxi fin giù nell’omonima valle. Da qui una stradina porta verso Anghebeni.