Brexit: il Parlamento prende il controllo, ma la May non si dimette

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Ore di grande tensione nel Regno Unito dove a ormai pochissimi giorni dalla scadenza, non si trova ancora una via di uscita condivisa per la crisi legata alla Brexit.

La Camera dei Comuni ha approvato l’emendamento Letwin che concede al Parlamento il controllo del processo Brexit. Con 239 a favore e 302 contrari, il Governo di Theresa May è stato di nuovo battuto e questa volta sarà costretto a seguire, a partire dalla seduta di mercoledì, le indicazioni che saranno proposte da Westminster, per il divorzio dall’Ue.

Tra le opzioni su cui i deputati potrebbero esprimere il proprio parere: mantenimento del mercato unico, nuovo referendum o addirittura cancellazione dell’uscita dell’Ue. Tre ministri, inoltre, si sono dimessi per sostenere il piano: si tratta di Richard Harrington (Industria), Alterair Burt (Affari esteri) e Steve Brine (Salute).

In ogni caso la premier non demorde e va avanti, nonostante le voci di un golpe nel weekend da parte del vicepremier Lidington e del ministro dell’Ambiente Michael Gove. A scoraggiarla neppure la conferma che né  gli euroscettici del suo partito, né gli unionisti nordirlandesi appoggeranno il piano May sulla Brexit. Ad abbandonarla è stato anche il “The Sun” il giornale che ha sempre sostenuto la premier, ma che oggi titolava: “Out of Control”, ovvero fuori controllo.

Eppure la May va avanti, fino alla fine che, è contingentata.Il Paese avrebbe dovuto teoricamente lasciare l’Ue il 29 marzo a mezzanotte, poco meno di tre anni dopo il referendum del giugno 2016. Ma May non è riuscita a raccogliere il consenso dei parlamentari e quindi è stata costretta a chiedere ai leader europei un rinvio. I 27 hanno offerto una scelta: se l’accordo verrà votato il Paese potrà uscire dall’Ue in modo ordinato, con un breve rinvio al 22 maggio, se invece sarà respinto Londra avrà tempo fino al 12 aprile per decidere se tenere le elezioni europee, cosa che permetterebbe di chiedere una nuova proroga. Altrimenti, la strada è quella di un’uscita senza accordo.

Intanto il caos regna sovrano a Londra. Theresa May ieri aveva prima sostenuto che il No Deal “verrà evitato in ogni caso visto il voto recente del Parlamento contro l’uscita senza accordo”, poi dopo pochi minuti si è contraddetta: “Resta l’opzione automatica di default, se non c’è un accordo”.