Consiglio europeo tra Gaza e sostegno a Ucraina, resta il nodo della difesa comune

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Nell’Europa Building di Bruxelles sono riuniti i 27 Capi di Stato e di governo della Ue e, nonostante il ministro degli Esteri Antonio Tajani tenga a sottolineare che non è un Consiglio di guerra, l’eco dei conflitti che infiammano lo scacchiere internazionale riecheggia. Nel suo intervento durante la sessione di lavoro la premier Giorgia Meloni non nasconde la preoccupazione per le prospettive di un’operazione di terra di Israele a Rafah, città palestinese nel sud della striscia di Gaza. E nell’auspicare un’immediata pausa umanitaria propedeutica a un cessate il fuoco sostenibile, evidenzia come la Ue possa e debba giocare un ruolo di primo piano nella soluzione della crisi.

Durante il Consiglio europeo ancora una volta è stato il conflitto russo-ucraino ad occupare una larga fetta del dibattito. In particolare i leader hanno discusso della possibilità di utilizzare gli extraprofitti derivanti dal congelamento degli asset della Banca Centrale Russa per l’acquisto di ulteriori armi e munizioni da destinare all’Ucraina. Un’ipotesi che vede d’accordo il cancelliere tedesco Olaf Scholz e che viene caldeggiata dallo stesso presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo video-collegamento con il summit Ue. Il tema delle munizioni rappresenta una questione “vitale” per Kiev, dice Zelensky, che esorta l’Ue a incrementare il proprio sostegno. Anche il premier ungherese Viktor Orban, unico leader europeo a congratularsi con il presidente russo Vladimir Putin per la sua rielezione, fa trapelare che Budapest è disposta a negoziare sulla proposta della Commissione Ue di utilizzare i sovraprofitti degli asset russi bloccati.

A margine del Consiglio l’Alto Rappresentante dell’Ue Josep Borrell prova a stemperare le tensioni dopo le dichiarazioni di alcuni leader europei – tra cui il francese Emmanuel Macron – sul rischio di una guerra nella Ue: “Non bisogna impaurire la gente inutilmente: la guerra non è imminente” in Europa, puntualizza Borrell pur evidenziando come sia necessario “aumentare le nostre capacità di difesa” per il futuro.