Draghi all’Onu: “G20 su Afghanistan per evitare la catastrofe”. Clima: “Agire subito”

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Dalla crisi afghana alla lotta ai cambiamenti climatici, dalla pandemia e lotta alla povertà alla necessità di normalizzazione in Libia. Sono i temi toccati da Mario Draghi, intervenuto in videoconferenza, nella notte italiana, davanti all’Assemblea generale dell’Onu riunita a New York.

 

Il presidente del Consiglio fa sapere che il G20 straordinario sull’Afghanistan ci sarà. Lo fa chiedendo alle Nazioni Unite di affrontare la crisi afghana, bollata dal premier come “catastrofe sociale e civile”, riscoprendo un approccio multilaterale per evitare che il Paese africano “torni ad essere una minaccia per la sicurezza internazionale”. E boccia il regime talebano che “non risponde alle aspettative della comunità internazionale di un governo inclusivo e rappresentativo”. “Stiamo assistendo allo smantellamento dei progressi degli ultimi 20 anni relativamente alla difesa delle libertà fondamentali – denuncia Draghi – soprattutto per le donne”.


L’altro grande capitolo è quello relativo al problema del riscaldamento globale. Draghi invita ad agire subito,
per tutelare il pianeta e rendere sostenibile la crescita economica e garantire un futuro delle giovani generazioni. Il tutto con il ruolo guida dell’Unione europea. “E’ nostro dovere ascoltare i giovani, perché saranno loro a ereditare il pianeta” incalza il presidente del Consiglio ricordando come negli ultimi anni siano stati spesso loro a essere “portatori di cambiamento e a spingerci a fare di più”. Il premier insiste sulla necessità di ridurre le emissioni di anidride carbonica del 55% entro il 2030 e rinnova l’impegno di azzerare le emissioni nette entro il 2050. Ma nella transizione ecologica, chiarisce Draghi,  l’Ue deve avere un ruolo guida, che però non può essere sufficiente per uscire dalla crisi ambientale: occorre che l’impegno sia globale. Per questo si rivolge anche  ai colossi inquinanti, Cina e India: “Serve un impegno multilaterale e la cooperazione pragmatica delle economie ricche e di quelle emergenti”.

 

Non restano fuori dal discorso del capo del governo la pandemia, ma soprattutto il problema della disuniforme distribuzione mondiale dei vaccini anti-Covid. Per Draghi, la “differenza drammatica” nelle immunizzazioni tra Occidente e resto del mondo è “moralmente inaccettabile”. Non solo perché aumentano le vittime, ma perché così “il virus potrà mutare in modo pericoloso”.

Infine il passaggio sulla Libia. Draghi chiede che siano garantiti lo svolgimento delle elezioni previste per il prossimo 24 dicembre e la piena attuazione del cessate il fuoco. Poi la richiesta all’Europa di una “responsabilità congiunta nella gestione dei flussi migratori”.