Gaza, Aja: “Israele fermi l’offensiva a Rafah”. Tel Aviv fa scattare nuovi raid

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...

La Corte internazionale di giustizia dell’Aja ha ordinato a Israele di fermare l’offensiva militare a Rafah, la città più a sud della Striscia di Gaza dove sono stipati centinaia di migliaia di civili palestinesi.  La decisione della Corte dell’Onu arriva alla luce della “situazione umanitaria disastrosa” e in risposta a una richiesta urgente sottoposta dal Sudafrica. La Corte ordina inoltre a Tel Aviv  la liberazione “immediata e incondizionata” degli ostaggi  e di aprire il valico di Rafah per permettere l’ingresso degli aiuti umanitari. L’Aja ha inoltre affermato che, per preservare le prove, Israele deve adottare misure per garantire l’accesso senza ostacoli alla Striscia di Gaza agli inquirenti”. Tel Aviv dovrà presentare un rapporto sulle misure adottate entro un mese.

”La sentenza della Corte internazionale di giustizia è rivoluzionaria” commenta a stretto giro il Sudafrica. “Bene ma non basta” replica invece Hamas su Telegram chiedendo la “fine dell’offensiva in tutta Gaza”. Plaude alla decisione dell’Aja l’ambasciatore palestinese all’Onu, Ryad Mansour che ha ordinato a Israele di fermare l’offensiva militare a Rafah.

Ma pochi minuti dopo la decisione dell’Aja Israele ha fatto scattare nuovi raid su Rafah mentre il premier Netanyahu ha deciso di convocare i propri ministri. Secondo la Bbc aerei da guerra hanno lanciato una serie di attacchi sul campo di Shaboura, nel centro della città. “L’offensiva militare israeliana a Rafah continuerà fino alla liberazione degli ostaggi ancora trattenuti nella Striscia di Gaza, perché è l’unico modo per fare pressione su Hamas” ha dichiarato il ministro della Cultura e dello Sport di Israele Miki Zohar. “Siamo obbligati a continuare a lottare per riavere i nostri ostaggi e garantire la sicurezza dei nostri cittadini, in qualsiasi momento e ovunque – compreso a Rafah” gli ha fatto eco il ministro del Gabinetto di guerra israeliano Benny Gantz. Il ministro per la Sicurezza nazionale di Israele, Itamar Ben Gvir, attacca la corte dell’Aia: “È antisemita, la nostra risposta sarà occupare Rafah”.