Medio Oriente, Israele: Hamas smantellata nel nord di Gaza. Diplomazia a lavoro per evitare un’escalation

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Il luogo dell'attacco a Jenin, in Cisgiordania

A tre mesi dall’inizio della guerra in Medio Oriente, l’esercito israeliano ha annunciato di aver completato “lo smantellamento delle capacità militari” di Hamas nel nord della Striscia. Nelle scorse ore Tel Aviv ha anche sostenuto di aver ucciso, in un raid aereo su Gaza, il comandante del battaglione Nueseirat di Hamas, Ismail Siraj, e il suo vice Ahmed Wahaba. Si tratta del battaglione considerato responsabile del massacro del 7 ottobre nel kibbutz di Be’eri, quello più funestato nel “sabato nero” di Israele.

Intanto 16 persone sono morte nei nuovi bombardamenti israeliani nella Striscia di Gaza. Una cinquantina i feriti. 6 le vittime di un raid aereo di Israele su Jenin, in Cisgiordania: facevano parte di un gruppo di uomini armati palestinesi che stavano lanciando esplosivi contro truppe impegnate in un’operazione antiterrorismo nel Paese. Un arabo-israeliano è stato invece ucciso in una sparatoria a Ramallah.

Manifetazione contro Netanyahu e per la liberazione degli ostaggi israeliani ancora nella mani di Hamas

La diplomazia è in azione. Il segretario di Stato Usa Antony Blinken, è arrivato in Giordania nell’ambito della sua missione in Medio Oriente volta ad arginare l’attuale escalation nella regione. Mentre il capo della politica estera dell’Unione Europea Josep Borrell ha incontrato a Beirut un funzionario politico del gruppo militante Hezbollah, sostenuto dall’Iran, nel tentativo di evitare che il Libano venga trascinato nel conflitto. Una fonte dell’Ue ha confermato l’incontro, avvenuto poche ore dopo che i militanti del gruppo avevano lanciato una raffica di razzi contro una base militare israeliana.

Il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, avverte: “Una carestia diffusa incombe” nella Striscia di Gaza. In un rapporto inviato ai membri del Consiglio di sicurezza dell’Onu Guterres mette in guardia anche da “una catastrofe per la salute pubblica”, poiché “le malattie infettive si stanno diffondendo rapidamente nei rifugi sovraffollati” con condizioni sanitarie “spaventose” e “straripamenti di fognature”.