Siria, la Turchia starebbe impiegando anche jihadisti contro i curdi

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Le forze di Ankara hanno conquistato la città di confine Ras Al-Ain, nel nord-est della Siria, strappandola ai curdi, secondo quanto riferisce il ministero della Difesa. Le autorità curde tuttavia, smentiscono la notizia e replicano: “Ras Al-Ain resiste”, precisando che i combattimenti continuano.
Secondo l’Osservatorio siriano, almeno dieci civili sono stati uccisi sabato mattina dalle bombe turche lanciate nel nord-est della Siria, dove sono in corso violenti scontri.

Intanto ci sarebbero decine di foto che proverebbero che la Turchia sta usando gruppi jihadisti per fare la guerra ai curdi.
Nel calderone dell’Esercito siriano nazionale filo-Ankara, composto da decine di brigate, per un totale di 25.000 uomini, c’è infatti anche Ahrar Al Sharqiya. Si tratta di un gruppo di ribelli siriani armati originario del Governatorato di Deir ez-Zor, di ideologia nazionalista e islamista, fondato da alcuni fuoriusciti di Al Nusra tra cui Abu Maria Al Qahtani. Sono stati accusati di aver stretto alleanza con il cosiddetto Stato Islamico, aiutando i terroristi europei a raggiungere da Est le sue roccaforti.Proprio oggi, Ahrar Al Sharqiya ha annunciato tramite un suo comandante militare citato dal quotidiano al Quds al Arabi, che il suo gruppo è riuscito a prendere il controllo della cittadina al Irtwaziyah, a circa 80 chilometri  da Raqqa che, si trova sull’autostrda Aleppo-Qamishli, tagliando di fatto la stessa autostrada e i rifornimenti di SDF (forze curde) dalla parte del governatorato al Haska.Nell’ottica dell’operazione ‘Fonte di pace’ lanciata mercoledì dal presidente turco Erdogan, sono i combattenti curdi di SDF e Ypg a essere considerate terroristi, ma in realtà sono gli stessi combattenti che in cinque anni di guerra e sostenuti da Washington sono riusciti a sconfiggere l’Isis.

Si tratta dunque dgli stessi uomini e delle stesse donne che si sono opposti per anni al sedicente stato islamico e che ora, si sentono traditi dalla mossa della Casa Bianca di ritirare le truppe americane, lasciando così lo spazio ad Erdogan per l’invasione.

Intanto dopo l’Olanda anche la Germania ha deciso di fermare la vendita di armi alla Turchia, come ha confermato il ministro degli Esteri di Berlino Heiko Maas. Nel 2018, la Germania ha venduto alla Turchia armi per un totale di 240 milioni di euro.

E per protestare contro l’attacco della Turchia, giovani appartenenti allo Iam (Iniziativa autonoma metropolitana) hanno occupato l’ingresso degli Uffizi a Firenze. “Siamo qui per pretendere che l’Ue e la comunità internazionale fermino il massacro portato avanti dalla Turchia. Oggi a Firenze i turisti che vengono da ogni parte del mondo non potranno ammirare la Venere di Botticelli e i tesori del Rinascimento degli Uffizi” scrivono i manifestanti in una nota.