Taiwan: dura condanna per le esercitazioni militari cinesi che, proseguono anche oggi

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E’ arrivata la dura condanna di Taiwan alla Cina per le possenti esercitazioni condotte nello spazio aereo e nelle acque intorno all’isola e di averle estese come ritorsione per la visita della speaker della Camera americana Nancy Pelosi a Taipei. In una nota governativa si legge infatti: “Il ministero degli Esteri condanna con fermezza la decisione della Cina di estendere le esercitazioni militari: la provocazione e l’aggressione della Cina hanno danneggiato lo status quo dello Stretto di Taiwan e sollevato tensioni nella regione”.

Secondo il ministero della Difesa intorno a Taiwan si è arrivati a contare alle 17 locali (11 in Italia): 13 navi e 39 aerei dell’Esercito popolare di liberazione cinese (Pla). Tra i 21 cacia che hanno sorvolato l’area, 21″hanno volato sulla parte est della linea mediana dello Stretto di Taiwan e nella zona di sudovest dello spazio aereo di difesa”. I militari di Taipei “hanno monitorato la situazione e risposto a queste attività inviando aerei, navi militari e attivato i sistemi missilistici di terra”. Inoltre la Cina ha annunciato che continuerà le esercitazioni militari intorno a Taiwan, nonostante la fine fosse prevista per la giornata di ieri.

Il ministero taiwanese ha parlato in un briefing della necessità di addestrare con più regolarità le truppe, oltre che di avviare una lotta alla guerra psicologica. Secondo l’Esercito nazionale, il Partito comunista cinese ha lanciato un’offensiva dell’informazione prima ancora delle esercitazioni militari: dall’1 all’8 agosto sono stati rilevati 272 messaggi controversi e fake news.

La Lituania si schiera al fianco di Taiwan e la presa di posizione del ministro degli Esteri Gabrielius Landsbergis, aumenta le tensioni con Pechino. Del resto i rapporti con il governo cinese sono tesi già dallo scorso autunno, quando una rappresentanza dell’isola è stata aperta nella capitale baltica. E ieri, una delegazione di politici e imprenditori lituani è arrivata a Taiwan per discutere di una collaborazione tecnologica. Il tabloid Global Times legato al quotidiano ufficiale del Partito Comunista Cinese People’s Daily ha scritto che la Lituania sarà ritenuta totalmente responsabile per l’appoggio dato a Taiwan.

Dall’Italia l’ambasciata cinese ribadisce che “il principio ‘Una Sola Cina’ non tollera alcuna sfida”. “La questione di Taiwan è puramente politica interna della Cina” e “la determinazione della Cina per salvaguardare la propria sovranità e i propri interessi di sicurezza è incrollabile”, quindi “non c’è alcuno spazio per compromessi o concessioni”. E’ quanto si legge in una nota dell’incaricato d’affari ad interim Zheng Xuan, in cui si aggiunge che “qualsiasi contromisura intrapresa dalla Cina in qualità di Paese indipendente e sovrano sarà lecita e dovuta”.

Nella nota si afferma inoltre che il “Principio Una Sola Cina è un consenso diffuso a livello internazionale ed è un principio base delle relazioni internazionali, è la base politica dei rapporti diplomatici della Cina con 181 Paesi”, sancito anche dalla “risoluzione 2758 dell’Onu”, e “il parere legale ufficiale dell’ufficio affari legali del Segretariato dell’Onu indica che: ‘Taiwan, in qualità di una delle province della Cina, non gode di posizione indipendente’ e che ‘le autorità di Taiwan non godono, sotto nessuna forma, di posizione di Governo’”.

Su queste basi sono arrivate anche le dichiarazioni del portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin: la Cina “conduce normali esercitazioni militari” intorno a Taiwan, che è “territorio cinese”, e ha il diritto di operare nelle acque che “circondano il suo territorio. Sono aperte, trasparenti e professionali. I dipartimenti competenti hanno anche emesso un annuncio tempestivo, in linea con il diritto interno, il diritto e la pratica internazionali: sono non solo un monito per i provocatori, ma anche una mossa legittima a tutela di sovranità nazionale e integrità territoriale”.