Addio a Delfino Sartori, viaggiatore e fotoreporter. Fu “penna” sportiva al Gazzettino

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Il giornalismo sportivo vicentino saluterà domani Delfino Sartori, uomo d’altri tempi e professionista della penna e della macchina fotografica capace di abbracciare la modernità a suo modo e di raccontare storie di sport e dal mondo come fotoreporter (in proprio) per oltre 35 anni. Ma è stato soprattutto un “viaggiatore”, come lui stessi amava definirsi, marcando la distinzione con la figura del turista. Aveva 69 anni, e da due lottava contro la malattia che negli ultimi mesi lo ha debilitato fortemente, così come un incidente stradale (fu investito in bici) risalente sempre a due anni fa.

A piangerlo, dopo la morte sopraggiunta giovedì sera scorso nell’abitazione di Cavazzale a Monticello Conte Otto, sono insieme alla moglie Nadia i tanti appassionati di sport invernali in particolare ma anche di ciclismo e calcio, discipline di cui si è occupato da cronista e inviato del Gazzettino. Un pioniere nel raccontare lo sci, in particolare, sul piano della professione giornalistica, un cicloturista capace di ogni impresa su quello personale, da sportivo vero. Con la sua caratteristica e folta barba prima rossa e bianca portata sempre con orgoglio, ben prima delle mode più recenti.

Un giornalista che si potrebbe definire “pane e vino”, tanto eccentrico quanto catalizzatore di interesse nelle discussioni tra colleghi, animato da una verve originale e da un modo di esprimersi ancorato alla sua terra e alle sue radici, ovunque si trovasse in ogni angolo del mondo. Laureto in Scienze Politiche, sapeva alternarsi in maniera unica tra la sua figura di persona di cultura a quella di “veneto ruspante” della porta accanto, distinguendosi come una “penna” che ha sempre badato al sodo come da suo stile, senza mai perdere di vista l’essenziale da trasmettere ai lettori o osservatori, cosa che gli riusciva forse al meglio con le fotografie nel resoconto per immagini dei suoi avventurosi viaggi.

In anni recenti, dopo la pensione che gli aveva permesso di dedicarsi ancora più alle sue passioni innate alla scoperta di popoli e culture nei luoghi più disparati del pianeta (tra cui un viaggio in Kenya che raccontava sempre con lo stesso fervore a distanza di anni), era diventato collaboratore del sito Calciovicentino.it, che lo ha ricordato nei giorni scorsi con un messaggio colmo di affetto e gratitudine. Ci sono state anche Russia, Cina, Sud America e tanti altri picchetti piantati sul mappamondo che per gente come lui rappresenta il simbolo di un fascino quasi primordiale, tanto da ricoprire anche il ruolo di coordinatore provinciale dell’associazione “Avventure nel Mondo”.

Era un bravissimo fotografo – scrive il direttore di Calciovicentino Federico Formisano – e un arguto cronista riuscendo a trovare spesso spunti anche polemici che prima aveva appreso nella scuola di giornalismo del Gazzettino. Con noi aveva iniziato quasi per caso dopo un incontro presso un associazione culturale e la sua offerta di disponibilità, subito accolta. Non ha mai chiesto nulla, ma al sabato quando gli chiedevamo di seguire una partita di calcio dilettantistico era sempre uno dei primi a rispondere”. Già in età matura si era cimentato con coraggio e spavalderia nell’atletica leggera master, come lanciatore, trovando nuovi amici e nuovi spunti di imprese da raccontare.

Sartori, secondo da sinistra, tra i giornalisti ad intervistare la campionessa di sci di fondo Stefania Belmondo

Oltre alle sue innumerevoli esperienze legate al mondo dello sport, Delfino Sartori è stato molto vicino alle istanze del fronte “No Dal Molin” in passato e a quelle di Legambiente. Nel corso della cerimonia di addio sarà possibile riservare un contributo ad un’associazione che si occupa di adozioni a distanza in America Latina, come da suo volere. Oltre alla moglie Nadia lascia nel dolore le due sorelle Antonella e Cristina, i nipoti e gli altri parenti che lo accompagneranno domani alle 9 all’altare della chiesa di San Matteo a Cavazzale, dove la comunità locale lo saluterà con affetto e, magari, con un sorriso ricordando la sua simpatia e la sua irrefrenabile voglia di vivere, di scoprire, di raccontarsi e di raccontare.

Delfino in versione “pane e vino”, durante una delle sue avventure in bicicletta