Tensione altissima in Siria: la Turchia riprende i bombardamenti contro i curdi

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Tensione altissima in Siria dove ieri la Turchia ha lanciato l’operazione militare nel nordest del Paese, dove si conterebbero già numerose vittime civili. L’aviazione turca, secondo la tv panaraba al Arabiya, ha ripreso a bombardare le aree del nord-est a ridosso della frontiera.E’ stata colpita l’area di Tall Abyad e di Ras al Ayn, epicentro dell’offensiva turca.

E anche miliziani affiliati all’Isis avrebbero attaccato nelle ultime ore forze curdo-siriane nella zona di confine con la Turchia dove è in corso l’offensiva. Lo riferiscono fonti curdo-siriane vicine all’amministrazione autonoma curda del nord-est del Paese.

Intanto il segretario di Stato Usa Mike Pompeo afferma che gli Stati uniti non hanno dato “luce verde” all’offensiva della Turchia nel Nord della Siria. In un’intervista Pompeo ha però difeso la decisione di Donald Trump di ritirare le truppe statunitensi dall’area di confine e ha sottolineato che la Turchia ha “legittime preoccupazioni di sicurezza” e “una minaccia terroristica nella zona meridionale”.

Trump ha poi detto che gli Usa hanno trasferito alcuni dei  più pericolosi detenuti in Siria in un luogo sconosciuto dove possono essere controllati durante l’offensiva militare turca nel nordest del Paese. Migliaia di combattenti del Califfato sono infatti stati catturati in Siria dai curdi, alleati degli Usa ma visti da Ankara come terroristi.

Il governo di Erdogan non ha indicato, al momento, il numero dei combattenti mandati oltre frontiera, ma al confine erano già ammassati almeno 5mila soldati delle forze speciali d’assalto, che possono contare su 18mila combattenti arabi e turcomanni dell’esercito siriano libero cooptati da Ankara, oltre a decine di blindati. “Le forze militari turche hanno colpito finora 181 postazioni appartenenti alle organizzazioni terroristiche nel nordest della Siria come parte dell’operazione “fonte di pace”, ha annunciato il ministero della Difesa turco, citato dall’agenzia Anadolu, riferendosi alle forze curde che la Turchia giudica appunto “terroristi”.

Secondo i curdi, i raid aerei hanno già provocato la morte di diversi “civili” nei villaggi frontalieri, dove si è scatenato “il panico”. Almeno 15 i morti, di cui 8 civili, hanno riferito fonti locali. E la risposta curda, per ora, si è limitata ad alcuni colpi di mortaio sparati verso la frontiera turca.

Immediata è giunta la condanna internazionale
, dall’Ue all’Onu fino a Russia e Iran (partner turchi nei negoziati di Astana sulla Siria). E anche Donald Trump, pur ribadendo il disimpegno Usa da queste “stupide guerre”, ha definito l’offensiva “una cattiva idea”. Il presidente Usa spera che Erdogan “agisca in modo razionale” e umano.

Intanto oggi si riunirà anche il Consiglio di sicurezza dell’Onu, per discutere dell’offensiva turca contro i curdi nel nord della Siria. Intanto dopo i moniti di Roma, Londra e Parigi anche Berlino si è appellata alla Turchia per il cessate il fuoco. “Ankara così facendo rischia di destabilizzare ulteriormente la regione”, ha affermato il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas.

La Lega Araba terrà invece sabato una riunione di emergenza su richiesta dell’Egitto per affrontare la crisi scatenata dall’offensiva della Turchia in Siria.