Trump annuncia dazi al 35% al Canada e avverte l’Ue: “Oggi arriverà la lettera sulle tariffe”


Occorre “disinnescare” il protezionismo e i dazi per evitare effetti sui mercati e sulle banche e una “nuova recessione”. E’ il monito del presidente Abi Antonio Patuelli nella sua relazione all’assemblea Abi. “Se si sviluppassero guerre commerciali, i mercati ne soffrirebbero, aumenterebbero le incertezze per le imprese, i crediti potrebbero deteriorarsi maggiormente e le banche ne subirebbero gli effetti” spiega.
“Si rischierebbe una nuova recessione. Occorre – ha aggiunto – disinnescare i rischi di protezionismi e nuovi dazi, misure vecchie quanto il mondo, che penalizzano il libero mercato, le crescite economiche e sociali e la prosperità globale”.
Intanto però il presidente americano Donald Trump impone, dal 1 agosto, dazi al 35% al Canada. Il presidente degli Usa ha pubblicato sul suo social Truth la lettera inviata al Paese nordamericano. La missiva è stata pubblicata poco dopo l’intervista a Nbc, nella quale il presidente aveva preannunciato per oggi la lettera sui dazi al Canada.
Anche l’Ue riceverà la stessa lettera in tema tariffe nella giornata di oggi. Ieri Ursula von der Leyen ha detto che l’Europa “non è ingenua” e nulla garantisce che il rapporto di fiducia ormai incrinato con gli Usa “possa tornare come quello di una volta”. Il negoziato con Washington prosegue “senza sosta” alla ricerca di un’equazione complessa, composta da una tariffa base del 10%, dazi settoriali “il più bassi possibile” e garanzie di stabilità per le imprese continentali che la reclamano insieme ad “aiuti” per far fronte alle ripercussioni che – è l’avvertimento – “comunque ci saranno”.
Trump ha anche detto di voler imporre dazi generalizzati del 15% o del 20% sulla maggior parte dei partner commerciali. “Diremo semplicemente che tutti i Paesi rimanenti”, quelli che non hanno ricevuto le lettere sulle tariffe, “pagheranno, che sia il 15% o il 20%”, ha detto il tycoon.
I dazi nel 35% non saranno applicati ai beni conformi all’accordo di libero scambio fra Stati Uniti, Canada e Messico, per i quali l’esenzione in vigore resta, ha spiegato un funzionario della Casa Bianca.