Trump risponde a Wolff: “Non sono intelligente, sono un genio!”

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“Non sono intelligente, sono un genio!” Lascia pochi dubbi la replica del presidente americano Donald Trump che sceglie il contrattacco e risponde alle accuse contenute nel libro di Michael Wolff.

“Ora che la storia della collusione con la Russia, dopo un anno di intense ricerche, si è rivelata una bufala totale, i democratici e i loro tirapiedi, i media produttori di ‘fake news’, hanno tirato fuori il manuale Ronald Reagan e sbraitano sulla stabilità mentale e l’intelligenza”, ha aggiunto il tycoon”In realtà per tutta la mia vita le mie qualità migliori sono state la stabilità mentale ed essere veramente intelligente – aggiunge Trump – Anche ‘Hillary la corrotta’ ha provato a giocare queste carte e come tutti avete notato, le si sono bruciate tra le mani”. “Sono passato dall’essere un imprenditore di successo, a una star della tv, a presidente degli Stati Uniti (al primo tentativo). Credo che questo mi caratterizzi non come un uomo intelligente, ma come un genio. E un genio molto stabile!”.

Tutto nasce dalla pubblicazione del libro “Fire and Fury“, in cui l’autore racconta i retroscena della Casa Bianca e svela particolari inediti sulla famiglia presidenziale e sullo stesso Trump, che definisce: “Un imbecille, un idiota, un bambino”.  A dicembre una decina di senatori democratici e un repubblicano hanno chiamato a Capitol Hill una docente di psichiatria di Yale, Sandy X. Lee, per avere un’opinione sui comportamenti del presidente. “Perderà l’uso della ragione – ha diagnosticato Lee – già si vede ora”.

In una recente intervista, la docente ha anche sottolineato che l’impeto di Trump di twittare, indica che lo stress lo sta facendo crollare. “Trump potrà solo peggiorare e diventerà incontenibile con la pressione della presidenza”. Nella Camera dei rappresentanti 57 democratici hanno sostenuto una proposta di legge che vorrebbe stabilire una commissione incaricata di determinare “se il presidente sia mentalmente o fisicamente non in grado di svolgere i compiti e usare i poteri del suo incarico”.