Zelensky: “Serve volontà politica per proteggere l’Ucraina”. Al via a Bruxelles il vertice Ue

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“Serve volontà politica per proteggere l’Ucraina”. L’appello del presidente ucraino Volodymyr Zelensky arriva a ridosso dell’attacco missilistico russo della notte scorsa su Kiev. E nel giorno in cui a Bruxelles prende il via il Consiglio Europeo. Un vero e proprio vertice “di guerra” che ha l’obiettivo di preparare i cittadini a possibili crisi di sicurezza.

“Serve un approccio che tenga conto di tutti i rischi”, si legge nella bozza di conclusioni del summit. Il Consiglio Europeo sottolinea la necessità “imperativa” di una “preparazione militare-civile rafforzata nonché coordinata” e di una “gestione strategica delle crisi nel contesto dell’evoluzione del panorama delle minacce”. Invita quindi il Consiglio a portare avanti i lavori e la Commissione, insieme all’Alto Rappresentante, a proporre “azioni per rafforzare la preparazione e la risposta alle crisi a livello dell’Ue in un approccio che tenga conto di tutti i rischi e di tutta la società, in vista di una futura strategia di prontezza”. “Se vogliamo la pace prepariamoci alla guerra” aveva detto solo due giorni fa il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. Parole che, dopo aver letto la bozza delle conclusioni, hanno ora un effetto diverso.

I leader discuteranno del sostegno a Kiev e della nuova proposta appena ricevuta dall’Alto rappresentante per l’utilizzo dei profitti straordinari dei beni russi congelati. Sul tavolo finiranno anche le frasi del presidente francese Emmanuel Macron, che nei giorni scorsi era arrivato a ipotizzare l’intervento di soldati europei in territorio ucraino, salvo poi fare una parziale retromarcia.

Mosca avverte: “L’invio di contingenti militari di Paesi Nato in Ucraina “può portare a “conseguenze molto negative, persino irreparabili” dice il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. E aggiunge: “La Russia utilizzerà tutti i possibili meccanismi giudiziari e sceglierà altri metodi per rispondere se la Ue deciderà di confiscare i proventi dai suoi capitali congelati in Europa per destinarli a Kiev”.