Caro bollette, pressing dei partiti per interventi imminenti. Palazzo Chigi: “Tempi prematuri”

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Il caro energia accende la corsa verso le elezioni del 25 settembre. Dopo le polemiche alzatesi intorno alla proposta di un “time out” dalla campagna elettorale per fronteggiare l’emergenza, lanciata nei giorni scorsi da Carlo Calenda, i partiti iniziano a rispondere alla richiesta del leader di Azione. “Su luce e gas facciamo un armistizio, la pace” tra tutti i partiti, dice oggi Matteo Salvini che aggiunge: “Diamo un mandato pieno al governo in carica per fare quello che ha fatto Macron”, fissando al 4% il tetto degli aumenti. Il segretario della Lega prende dunque a modello la Francia. E si rifà alla proposta lanciata proprio da Calenda, come fanno notare da Azione con il leader che chiede un incontro già domani.

E mentre Giuseppe Conte polemizza puntualizzando che il M5s chiede da tempo un confronto sul caro-bollette “ma ci chiamavate folli”, anche Enrico Letta chiede un intervento immediato: “L’emergenza #bollette è la principale priorità ora. Abbiamo presentato proposte, come hanno fatto gli altri partiti. Le iniziative che prenderà il Governo #Draghi siano le più determinate e tempestive sia a livello nazionale che a livello europeo. Troveranno il nostro sostegno” è il tweet del segretario dem.

Ma dal governo fanno sapere che, al momento, non c’è stata nessuna riunione tecnica su un eventuale decreto contro il caro energia. Da Palazzo Chigi spiegano che “i tempi sono prematuri per un intervento già settimana prossima” e che dunque “non ci saranno misure imminenti”. Si attendono i dati del gettito fiscale di agosto.

Luigi Di Maio attacca intanto il “trio sfascia-conti” del centrodestra – come lo ha ribattezzato su Facebook – che “metterà a rischio i risparmi degli italiani, isolerà l’Italia in Europa e farà saltare i fondi del Pnrr. Rischiamo una guerra economica” avverte il ministro degli Esteri.