Crisi di Governo: appello del mondo cattolico. Il ministro Gualtieri si dice ‘fiducioso’

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E’ corsa al voto nella maggioranza, per recuperare i numeri che potrebbero permettere, lunedì alla Camera e martedì al Senato, al governo Conte di sopravvivere alla crisi politica. Crisi innescata dalla decisione di Matteo Renzi di ritirare dal governo le ministre Teresa Bellanova, Elena Bonetti e il sottosegretario Ivan Scalfarotto, facendo venire meno il sostegno di Italia viva.

Il governo Conte potrebbe però resistere grazie ai voti di alcuni senatori “responsabili”, pronti a sostenere la maggioranza in Parlamento, sostituendo i voti del partito di Renzi. Tra i “responsabili” che avrebbero dato la loro disponibilità a sostenere l’esecutivo c’è l’ex M5s Gregorio de Falco, ora al Gruppo Misto. Ex grillina e pronta a dare il suo appoggio al governo sarebbe inoltre Tiziana Drago, ma anche Carlo Martelli, Alfonso “Lello” Ciampolillo, Marinella Pacifico e Gianni Marilotti. Mentre tra le fronde dei forzisti, sarebbero 4 i senatori che potrebbero aderire. Mentre tra i renziani che la maggioranza vorrebbe “recuperare” ci sarebbero Eugenio Comincini, Gelsomina Vono e il senatore Leonardo Grimani.

Il premier dunque con questi numeri al lotto, è atteso lunedì alle 12 a Montecitorio e martedì alle 9,30 a palazzo Madama. Dopo le comunicazioni e il dibattito si terrà il voto di fiducia sulle parole del premier, prima alla Camera, poi al Senato, alla ricerca della quota 161.

Intanto M5s e Pd continuano a criticare la scelta di Renzi di togliere il sostegno al Governo, definito ora irresponsabile ora inaffidabile. “Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte non si tocca. Il Paese non può permettersi una crisi di lunga durata” afferma il capogruppo M5s alla Camera Davide Crippa.

Il vicesegretario Pd Andrea Orlando nota che c’è il “rischio che la crisi faccia aumentare lo spread”, poi chiarisce anche che: “si può evitare una crisi con un numero in più, ma non si può pensare di governare con un numero in più”. Tuttavia Orlando si dice certo che “se si manifesterà una disponibilità, la si realizzerà in una cornice politica”.

Il leader di Italia viva Matteo Renzi intanto, non crede ai numeri di Conte: “Se ci dicono di no per fare un’altra maggioranza si prenderanno questa responsabilità: noi ci terremo la nostra libertà”. “Al Senato – aggiunge Renzi – non sappiamo ancora se ci saranno 161 voti a favore. Nel caso, la democrazia parlamentare avrà prodotto la terza diversa maggioranza in tre anni con lo stesso premier” ma “se non prende 161 voti, tocca a un governo senza Conte”.

Il centrodestra si è riunito nuovamente per valutare la situazione politica, dopo aver chiesto ieri al Capo dello Stato che si proceda con tempi rapidi e si vada al voto. I vertici proseguiranno tutti i giorni annunciano i leader. Per Salvini quello di Conte al momento è solo un bluff: “Se avesse i numeri, sarebbe arrivato oggi in Parlamento e non si sarebbe preso il weekend”. “I giornali dicono che il Premier ha già in tasca i numeri. Alla Camera si, li aveva anche prima. Al Senato non sappiamo ancora se ci saranno 161 voti a favore”.

Per il Pd Zingaretti: “Se c’è una cosa che ci deve guidare in questo momento è non permettere, nella lettura che si darà, di liquidare il lavoro fatto. Sarebbe una tragedia politica, ingiusta”. “Dobbiamo tutelare la legislatura finché questo sarà possibile ed evitare, dopo la vittoria di Biden, il rischio che gli alleati di Trump risorgano non sulla base di una iniziativa ma di un errore che si fa in questo campo”, ha aggiunto. “Si sta aprendo una fase in cui abbiamo anche noi voluto che il Parlamento avesse centralità nelle scelte che andremo a fare. Parlamentarizzare non è una sfida, ma una necessità e un passaggio delicato collocato nella sede appropriata, che è il Parlamento. Ogni forza politica dovrà assumersi per le sue scelte, nella chiarezza, le proprie responsabilità”.

Paola Binetti, senatrice Udc: “Martedì sarà uno scenario importantissimo, per questa legislatura. Questa è una legislatura che passerà alla storia per tutte le difficoltà che ha dovuto attraversare. Detto ciò, io personalmente, da sola, nella maggioranza, lasciando l’opposizione dove ho fatto tante battaglie, non andrei. Ma se tutto il mio gruppo, l’Udc, con un piano e un progetto politico articolato e condiviso con questa maggioranza, decidesse di sostenere questa fase della legislatura, io mi sentirei di collaborare, anche nell’eventualità di una nuova maggioranza”.

Intanto un appello ‘alla responsabilità per evitare una crisi deleteria e incomprensibile’ viene dal mondo cattolico. “Il Paese è allo stremo delle forze e l’apertura della crisi di governo è deleteria per la gestione di un’emergenza che non accenna a declinare e incomprensibile per la gran parte dei cittadini” fanno sapere in una nota congiunta Azione Cattolica, Federazione Universitaria Cattolica Italiana, Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale.

E in questo contesto di completo caos, la Cei, guarda con fiducia al Presidente Mattarella che, con saggezza, saprà indicare la strada meno impervia. Per il card. Gualtiero Bassetti, ora “lo sguardo deve puntare a uscire dall’emergenza sanitaria e alle fondamenta di una nuova stagione che non lasci indietro nessuno”.

Intanto, si dice fiducioso Roberto Gualtieri: “Ho sempre affermato che la crisi era incomprensibile e credo che anche i cittadini la pensino così”, ha detto il ministro dell’Economia sentito dai cronisti all’uscita della sede del PD dopo una riunione con i vertici dem sulla recovery Plan. “Sono fiducioso che lunedì prevarrà il buon senso e che possiamo poi concentrarci per lavorare per contrastare la pandemia”, ha detto il titolare dell’Economia.