Decreto Aiuti, spaccatura nella maggioranza. Il M5S non vota e Draghi va da Mattarella

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L’Aula della Camera ha dato parere favorevole al decreto Aiuti. Ma il M5S non ha votato. Ed è scattata la polemica. Questa, in sintesi, la situazione dopo che ieri il testo è stato approvato a Montecitorio. 266 i voti favorevoli, 47 i contrari. Adesso si va al Senato, dove il decreto dovrà essere approvato entro questa settimana: pena la decadenza. Eppure i fatti fanno pensare a una nuova spaccatura nella maggioranza di Governo. Forse annunciata, tanto che il presidente dei pentastellati Giuseppe Conte aveva parlato di “una scelta coerente” con la linea adottata nelle ultime settimane dal suo movimento. Ma pur sempre una spaccatura.

Una spaccatura talmente importante che il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, ha chiesto al premier Mario Draghi di procedere a una verifica della maggioranza: “Chiediamo al presidente di sottrarsi a questa logica politicamente ricattatoria e di prendere atto della situazione che si è creata” ha detto. Poi ha convocato un vertice d’urgenza ad Arcore. Tutto mentre Draghi aveva già raggiunto il Quirinale per un colloquio col presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Un colloquio che è durato circa un’ora, durante la quale si è parlato dell’attuale situazione politica nazionale, della netta presa di posizione del M5S sul decreto Aiuti, ma anche di fatti internazionali.

Insomma, che le indicazioni del M5S fossero nette e decise era chiaro da tempo. Ma non era facile ipotizzare che si potesse arrivare a tanto. Nel frattempo i partiti si interrogano sul futuro del Governo. Per il PD “La scelta politica del M5S è grave”, col senatore Andrea Marcucci che sottolinea come “indebolire o mettere a rischio il governo in queste settimane sia da scellerati”. Per il leader di Italia Viva Matteo Renzi invece si può andare avanti anche senza M5S. In ballo ci sono i soldi europei, il Pnrr, la legge di bilancio e altre questioni fondamentali per l’Italia. E il Paese non può permettersi passi falsi.