Decreto anti-rave, l’opposizione attacca e Piantedosi si difende: “Fermeremo solo quelli illegali”

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Tutti contro il decreto anti-rave. Dove per “tutti” intendiamo le opposizioni al governo Meloni. A nemmeno 24 ore dalla decisione che vieta i rave e altre manifestazioni simili e sulla scia di quanto accaduto a Modena, i leader dei partiti politici attaccano l’esecutivo parlando di un “gravissimo errore”. È il segretario del Partito Democratico Enrico Letta uno dei primi a esprimere il proprio dissenso: “I rave non c’entrano nulla con una norma simile. Il governo ritiri il primo comma dell’art 434 bis di riforma del Codice Penale”, dice. E poi prosegue: “Quella approvata non è una norma anti rave party, ma una norma contro la libertà di incontrarsi e di manifestare”.

Duro anche l’attacco di Giuseppe Conte. Secondo il presidente del Movimento 5 Stelle, “Questa è una norma da “stato di polizia”. “Ci aspettavamo come primo atto del Governo un intervento per il caro-bollette e per il caro-prezzi. Nulla di tutto questo” ha poi aggiunto l’ex premier”. Contro il decreto anche Amnesty Italia, che su Twitter dichiara come “il decreto rave party rischi di avere un’applicazione ampia, discrezionale e arbitraria a scapito del diritto di protesta pacifica, che va tutelato e non stroncato”.

A difesa del decreto però è intervenuto nelle ultime ore il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che risponde alle polemiche smentendo l’intenzione di intervenire in altri contesti. “Credo sia interesse di tutti contrastare i rave illegali – dice in un’intervista al “Corriere della sera” -. Trovo invece offensivo attribuirci la volontà di intervenire in altri contesti, in cui si esercitano diritti costituzionalmente garantiti a cui la norma chiaramente non fa alcun riferimento”. Con l’occasione il ministro ha commentato anche il raduno di Predappio definendolo “una pagliacciata”.