Il Tar del Lazio sospende il divieto di ingresso in acque italiane alla nave Open Arms

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Da Open Arms e Ocean Viking, in mezzo al Mediterraneo con onde alte due metri e mare in peggioramento parte un nuovo appello per lo sbarco immediato dei 500 migranti a bordo. Appello fatto proprio dal premier Conte che oggi aveva chiesto al ministro dell’Interno  di autorizzare lo sbarco.

Il vicepremier leghista Salvini però non aveva cambiato la sua linea: “Conte mi ha scritto per lo sbarco di alcune centinaia di immigrati a bordo di una nave di una ong che però è straniera, è in acque straniere e gli risponderò garbatamente che non si capisce perchè debbano sbarcare in italia”.

Intanto con una decisione senza precedenti, il Tar del Lazio interviene per sbloccare la situazione della Open Arms:  “Sospensione del divieto di ingresso in acque territoriali italiane per permettere il soccorso delle persone a bordo”. A darne notizia è la stessa Open Arms che ieri aveva presentato un esposto d’urgenza al tar.

L’imbarcazione è ferma in mare da quattordici giorni e con il divieto di ingresso in acque italiane firmato dai ministri Salvini, Trenta e Toninelli sulla scorta del decreto sicurezza bis.

Sulle due navi cominciano a registrarsi le prime tensioni soprattutto sulla Open Arms: “Qualcuno potrebbe restare ferito o morire” in possibili scontri tra i 147 migranti a bordo. “Potrebbe scatenarsi una rissa a bordon – dice il fondatore Oscar Camps – I 19 membri dell’equipaggio faticano a contenere i contrasti che nascono sul cibo, su posti all’ombra o al sole, per la fila verso i bagni”, due in un spazio complessivo di 180 metri quadri, e molti “non possono chiamare i propri cari a casa”. Altri hanno cominciato uno sciopero della fame. Il quadro è destinato a deflagrare in una esplosione di violenza” e ciò, ha aggiunto Camps, “trasformerebbe il tutto in una tragedia”.

Appello anche dalla Ocean Viking in avvicinamento verso Italia e Malta. “Le condizioni meteo sono deteriorate, con aumento delle onde previsto nelle prossime 24 ore. Le persone a bordo dsoffrono di mal di mare. Rimanere in mare mentre le persone soffrono non può essere la soluzione. Dovrebbero essere sbarcate al più presto in un luogo sicuro”.