Educazione sessuale e affettiva a scuola, Valditara: “Avete sfruttato i femminicidi, vergognatevi”. Caos in Aula

Bagarre alla Camera durante il dibattito sul ddl sul consenso informato. Terreno di scontro l'educazione sessuale e affettiva nelle scuole. A innescare il putiferio il ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, che  – dopo una lunga serie di interventi dell'opposizione critici sul Ddl – va all’attacco: “È stato detto che con questo disegno di legge impediremmo l’educazione sessuale e affettiva nelle scuole, di informare i nostri giovani sui rischi delle malattia sessualmente trasmesse. È falso” . Poi rincara la dose: “È stato sfruttato un tema così delicato come quello dei femminicidi, sono indignato che abbiate detto che questa legge impedisca la lotta contro i femminicidi, vergognatevi”.

 Vive le proteste dell’opposizione, con la presidente di turno Anna Ascani costretta, dopo averlo minacciato più volte, a sospendere la seduta. “Il ministro ritiri le offese e chieda scusa” il coro unanime di Pd, Avs e M5s. Pungente la pentastellata Chiara Appendino: “L'educazione sessuale non è pericolosa, lo è molto l'ignoranza. Se qualcuno qui ha paura del sesso, provi ad affrontarla e non la trasmetta ai nostri ragazzi – dice – perché il sesso è naturale, lo facciamo tutti”. Silvia Roggiani del Pd avverte: “Ciò che dovrebbe far paura è la mattanza di donne che vediamo quotidianamente ma la destra continua a essere ossessionata dalle teorie gender”. Mentre Marco Grimaldi di Avs incalza: «Ministro, da ospite di questo Parlamento, non ci può dire di vergognarci. Deve chiedere scusa o questo luogo diventerà impossibile». Una richiesta ribadita da altri deputati, dal segretario di Più Europa Riccardo Magi al dem Andrea Casu.

E’ solo su un invito del capogruppo di Forza Italia, Paolo Barelli, a “svelenire il clima” che Valditara riprende la parola: “Mi spiace se qualcuno di voi si è sentito offeso. Ribadisco che non si indebolisce in alcun modo la lotta contro i femminicidi” dice il ministro prima di lasciare Montecitorio.  Le opposizioni chiedono la capigruppo: “Il provvedimento così non può andare avanti”.