Manovra: dopo la bocciatura di Bruxelles l’Italia tira dritto

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Dopo la bocciatura europea della manovra il governo tira dritto con il vicepremier Luigi Di Maio che ribadisce: “Non credo si debba cambiare sul tema del 2,4% del deficit per due motivi: uno, perché manteniamo le promesse, due perché siamo uno stato sovrano”.

I mercati, dice Di Maio a Radio 24, non sono preoccupati dalla manovra, “ma da uno storytelling falso che l’Italia voglia uscire dall’euro e dall’Europa”. Lo spread va monitorato, ma aggiunge “sono fiducioso che inizierà a scendere quando comincerà il dialogo con l’Ue”.

Dunque se la risposta italiana alla bocciatura Ue della manovra è che le misure non cambiano desta però qualche preoccupazione la questione spread. Il premier Giuseppe Conte sottolinea che “se lo spread sale, o se comunque si mantiene alto a questo punto, è un problema, quindi dobbiamo augurarci che scenda. Abbassiamo tutti i toni. Facciamo sistema affinché ciò avvenga. Io sto lavorando perché lo spread si abbassi. Vogliamo e dobbiamo mandare un messaggio di fiducia”.

Ieri anche il ministro dell’Economia Giovanni Tria aveva evidenziato che lo Spread a 320 punti “è un livello che non possiamo considerare di mantenere troppo a lungo”, soprattutto perché, spiega, “crea problemi alle piccole banche”. Il problema “è l’incertezza politica su dove il Governo vuole andare a finire”.

D’altro canto continua Tria “la lettera dell’Ue mi ha lasciato in alcuni punti sorpreso e perplesso per alcune valutazioni superficiali”. “Forse – aggiunge – è stata scritta un po’ di fretta. Vengono criticati negativamente punti che nella manovra non ci sono, forse li hanno letti sui giornali. “Sulla manovra non c’è un piano B. Non c’è nessun piano B”. “Monitoreremo ciò che accade” sottolinea il titolare del tesoro e “sarà sempre una analisi razionale della situazione economica su cui decidere cosa fare, ma attualmente non ci sono elementi nuovi”.

Infine conclude Tria: “Siamo pronti a muoverci di conseguenza dopo aver effettuato una analisi del contesto economico. Per ora siamo in una situazione in cui riteniamo che il nostro piano sia veramente corretto”.