Manovra, parte “l’assalto alla diligenza”: è scontro su condono e scioperi

È scontro sugli emendamenti alla manovra 2026 e si anima il dibattito politico. Si va dalla sanatoria edilizia per la Campania all’obbligo per i lavoratori di aderire 7 giorni prima per iscritto agli scioperi.

In merito agli scioperi, secondo un emendamento di FdI alla Manovra, i lavoratori dei trasporti dovranno dichiarare “preventivamente” la propria intenzione di aderire a uno sciopero del settore. Si legge: “La comunicazione di adesione è irrevocabile e deve pervenire in forma scritta alle amministrazioni e alle imprese erogatrici dei servizi entro sette giorni dalla data prevista per l’astensione dal lavoro. Le amministrazioni e le imprese devono tener conto delle adesioni preventive nella individuazione dei nominativi dei lavoratori tenuti a garantire le prestazioni indispensabili, ricorrendo, ove possibile, prioritariamente al personale che non ha manifestato l’intenzione di aderire allo sciopero”.

Un emendamento che non piace ai sindacati: Filt Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti, in una nota, hanno espresso “ferma contrarietà” all’emendamento che la definiscono una misura che snatùra il diritto stesso di sciopero garantito dalla Costituzione.

Tensioni anche riguardo all’emendamento di Fdi in cui si chiede di riaprire il condono edilizio del 2003. In particolare, la norma punterebbe a regolarizzare gli immobili rimasti esclusi dal provvedimento, con l’eccezione di quelli costruiti in zone vietate, sanando quella che il partito ha definito “una grave discriminazione”. La misura potenzialmente riguarda tutta Italia, ma nei fatti è stata pensata in particolare per la Campania. Le esclusioni dal cosiddetto terzo condono introdotto dal governo Berlusconi II, infatti, sono state rilevanti soprattutto in Campania: migliaia di cittadini, pur avendo pagato, erano rimasti esclusi “per errore della Regione”, ha detto il senatore di Fdi Antonio Iannone. La giunta, al tempo guidata dal centrosinistra con Antonio Bassolino, per condonare aveva applicato vincoli paesaggistici e ambientali più severi rispetto alle altre Regioni. La maggior parte delle persone escluse non ha ricevuto indietro le somme pagate perché non era previsto un rimborso automatico: bisognava presentare una istanza personale alla Direzione dei Servizi del Tesoro, ma l’iter piuttosto complesso ha spinto molti a rinunciare. Secondo quanto previsto dall’articolo 32 del decreto legge 2003, che ora Fdi punta ad aggiornare con l’emendamento alla Manovra, sono diverse le tipologie di opere abusive suscettibili di sanatoria: si tratta di un elenco di opere realizzate “in assenza o in difformità del titolo abilitativo edilizio e non conformi alle norme urbanistiche”. Vi rientrano, fra l’altro, anche le opere di ristrutturazione edilizia, di restauro e risanamento conservativo.

Roberto Fico, candidato del campo largo di centrosinistra alle Regionali in Campania, ha dichiarato che si tratta di un “annuncio disperato per una coalizione che sa di aver perso le elezioni e si aggrappa ai suoi evergreen. Serve il diritto alla casa, non fare condoni”.

“Un atto gravissimo. Un provvedimento pensato non per risolvere l’emergenza abitativa, ma per raccogliere consenso in Campania alla vigilia del voto. Una dinamica che ha tutte le caratteristiche di un voto di scambio politico”, ha aggiunto Piero De Luca, segretario regionale del Pd Campania.

La riapertura dei termini per la sanatoria del 2003 “è un atto di giustizia atteso da migliaia di famiglie campane costrette a realizzare case per necessità abitativa, non per abusivismo selvaggio”, ha detto invece Edmondo Cirielli, candidato governatore del centrodestra.

L’ufficio stampa di FdI al Senato ha poi precisato che spetterà alle Regioni scegliere se aderire e stabilire il perimetro. E ha aggiunto: “Nessun nuovo condono. Sì tratta di una sanatoria, che consiste nella riapertura dei termini di una vecchia normativa per sanare vecchie pendenze di persone che anche se hanno pagato per accedere al condono ne sono rimaste escluse”. “Per alcune case si può pensare a un condono, per altre, quelle che sono pericolanti e dove c’è un pericolo per i cittadini, no. Quindi la questione va affrontata caso per caso, bisogna vedere quali possono essere sanate e quali no”, ha commentato il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani.