Meloni all’Assemblea Onu: “Israele ha superato il limite”

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Intervento a tutto campo quello di Giorgia Meloni alle Nazioni Unite. La premier tocca i principali temi di attualità internazionale, partendo dai conflitti in corso finendo per chiedere una profonda riforma dell’Onu stessa. Secondo Meloni Israele ha superato il principio di proporzionalità nella reazione al 7 ottobre e ora deve uscire dalla “trappola della guerra”. Mosca invece ha “inferto una profonda ferita al diritto internazionale”

“Viviamo un fase storica accelerata, complessa, con opportunità ma denso di pericoli, sospesa tra guerra e pace. Nel mondo sono in corso 56 conflitti, il numero più alto dalla seconda guerra mondiale. Un mondo molto diverso da quella in cui è nata l’Onu” con l’obiettivo di mantenere la pace. “Ci siamo riusciti? La risposta è nella cronaca ed è impietosa. Pace, dialogo, diplomazia non riescono più a convincere e vincere”, ha detto Meloni.

Nel suo intervento Giorgia Meloni ha citato le parole di Papa Francesco sulla “terza guerra mondiale combattuta a pezzi”, ricordando tra i conflitti più allarmanti quelli in Ucraina e a Gaza.  “La Russia ha deliberatamente calpestato l’art 2 della carta dell’Onu e ancora oggi non si mostra disponibile a sedere al tavolo della pace con effetti destabilizzanti” ha aggiunto la premier, accusando Mosca di aver inferto ferita profonda al diritto internazionale. Per Meloni, inoltre, “la reazione deve rispettare il principio di proporzionalità e Israele ha superato quel limite e su questo limite ha finito con l’infrangere norme umanitarie causando una strage tra civili. Una scelta che l’Italia ha definito inaccettabile e che porterà al nostro voto favorevole su alcune delle sanzioni proposte dall’Ue nei confronti di Israele”. Poi ha proseguito: “Israele deve uscire dalla trappola di questa guerra. Lo deve fare per la storia del popolo ebraico, per la sua democrazia, per gli innocenti, per i valori universali del mondo libero di cui fa parte. E per chiudere una guerra servono soluzioni concrete. Perché la pace non si costruisce solo con gli appelli, o con proclami ideologici accolti da chi la pace non la vuole. La pace si costruisce con pazienza, con coraggio, con ragionevolezza”.

“Riteniamo che Israele non abbia il diritto di impedire che domani nasca uno Stato palestinese – ha detto la premier – né di costruire nuovi insediamenti in Cisgiordania al fine di impedirlo. Per questo abbiamo sottoscritto la Dichiarazione di New York sulla soluzione dei due Stati. È la storica posizione dell’Italia sulla questione palestinese, una posizione che non è mai cambiata”. Meloni ha ribadito che pero’ “il riconoscimento della Palestina deve avere due precondizioni irrinunciabili”, ovvero il rilascio di tutti gli ostaggi e l’esclusione di Hamas da ruoli di governo.

 In vista degli scenari futuri l’Onu deve cambiare e prepararsi sempre a nuove sfide. “L’architettura delle Nazioni Unite – si domanda Meloni – che abbiamo costruito 80 anni fa, è all’altezza delle sfide che la nostra epoca ci impone oggi? Non lo è. E multilateralismo, dialogo e diplomazia, senza istituzioni che funzionano come dovrebbero sono solo parole vuote. Dobbiamo riconoscere i nostri limiti. Dobbiamo riconoscere che è necessaria, e urgente, una riforma profonda delle Nazioni Unite. Una riforma non ideologica, ma pragmatica, realista. Che rispetti la sovranità delle Nazioni e apra a soluzioni condivise”.

Nel suo intervento all’Onu Meloni ha dichiarato che “abbiamo bisogno di un’istituzione agile, efficiente, in grado di rispondere velocemente alle crisi. Trasparente nella missione, trasparente nei costi. Capace di ridurre al minimo la burocrazia, gli sprechi, le duplicazioni. Il Palazzo di Vetro deve essere anche una Casa di Vetro”.