Riforma della legittima difesa, Lega: “non vogliamo il Far West”

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Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede nell'Aula di Montecitorio, nel corso delle dichiarazioni di voto al decreto legge per il tribunale di Bari e per la Procura della Repubblica presso lo stesso tribunale a Roma, 17 luglio 2018. ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI

La riforma della legittima difesa, che ha iniziato il suo percorso in commissione al Senato, continua a creare tensione tra le due forze al governo.

Per la Lega si tratta di un vero e proprio cavallo di battaglia, il Moviemento Cinque Stelle, invece, rimane più prudente. Si tratta di una “priorità” per il governo, ha ricordato il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, ma questo non vuol dire liberalizzare le armi e dar vita al Far West, ha assicurato il ministro.”Ho già avuto modo di ricordare che il tema della legittima difesa riguarda la giustizia e non la sicurezza e l’ordine pubblico”, ha spiegato rispondendo al Question time alla Camera, sottolineando che “il monopolio statuale della forza è certamente un principio cardine irrinunciabile dello Stato di diritto”.

Ancora più cauto il senatore pentastellato Francesco Urraro: “E’ necessaria un’analisi approfondita delle norme esistenti, dei testi presentati con attenzione e con saldi riferimenti nella giurisprudenza. Ciò è doveroso per il Movimento 5 Stelle, così da rendere la legge realmente efficace ma nella piena sicurezza dei cittadini”.

Parole che fanno infuriare Forza Italia, a favore della riforma, con Mara Carfagna che parla di “un insulto al programma votato dalla stragrande maggioranza degli italiani alle ultime elezioni, quello del centrodestra”. E lancia una stoccata all’alleato: “La Lega non dovrebbe tollerare questo rallentamento”.E’ però lo stesso Matteo Salvini a gettare l’acqua sul fuoco: “Sono in piena sintonia con il ministro Bonafede”, assicura: “Il mio ultimo obiettivo è il modello americano, non mi interessa di vendere le armi in tabaccheria. Il modello che preferisco è quello svizzero”. Poi l’attacco alla stampa: “Il quotidiano Repubblica riesce a inventarsi la qualunque, lo leggo con stupore, è meglio di Dylan Dog”.

A rassicurare gli animi è intervenuto anche il premier Giuseppe Conte: “questo governo non vuole incentivare la giustizia privata o l’uso delle armi”. Il problema, per Conte, è un altro: “non tanto sul piano normativo quanto su quello applicativo giurisprudenziale, si sono create delle incertezze che non giovano ai cittadini che hanno bisogno di sicurezza. Anche perché molto spesso e’ capitato di persone che hanno vissuto un calvario, tre gradi di giudizio per ottenere un’assoluzione. Sono vite che sono state mortificate. Occorre intervenire sulla regolamentazione senza stravolgere nulla”.