Sciopero benzinai al via: si parte stasera. Il Codacons: “Interruzione di pubblico servizio”

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Quarantotto ore di sciopero. I benzinai si fermano da stasera dalle 19 (a partire dalle 22 sulle autostrade) e fino al 26 gennaio, così com’era ampiamente previsto dopo il nulla di fatto in merito a un possibile accordo tra sindacati e Governo. Le organizzazioni Faib, Fegica e Figisc-Anisa hanno rilevato che “il governo, invece di aprire al confronto sui veri problemi del settore, continua a parlare di ‘trasparenza’ e ‘zone d’ombra’ per nascondere le proprie responsabilità e inquinare il dibattito, lasciando intendere colpe di speculazioni dei benzinai che semplicemente non esistono”. Per questo chiedono di “ristabilire la verità dei fatti, per aprire finalmente il confronto di merito”.

Disagi per i cittadini. L’interruzione del servizio porterà non pochi problemi, a cominciare dal fatto che gli automobilisti dovranno arrangiarsi per continuare a viaggiare. A questo proposito, il Codacons ha annunciato la volontà di presentare un esposto alla magistratura contro la serrata, ipotizzando la fattispecie di “interruzione di pubblico servizio”. L’associazione a tutela dei consumatori ha spiegato che “sospendere in modo totale il servizio per 48 ore, sulla rete urbana e sulle autostrade, sia per la modalità servito che per il self-service, rappresenta una decisione gravissima, che va oltre uno sciopero di categoria e creerà enormi e ingiustificati danni al Paese e ai cittadini”.

Meloni non molla. Dal canto suo, la premier Giorgia Meloni tira dritta sulla linea del Governo e rispedisce le accuse al mittente: “Li abbiamo convocati già due volte, il governo non ha mai immaginato provvedimenti per additare la categoria dei benzinai ma per riconoscere il valore dei tanti onesti. Poi, la media del prezzo non diceva che erano alle stelle. Sono state molto poche le speculazioni. Ma non potevamo tornare indietro su un provvedimento che è giusto prendere, pubblicare il prezzo medio è di buon senso. Su altro siamo andati incontro. Nessuno vuole colpire la categoria”. Parole chiare quelle della presidente del Consiglio, pronunciate da Algeri dove si gioca un’altra partita fondamentale per l’Italia, ossia quella dell’energia.