Scuola: il voto in condotta potrebbe portare alla bocciatura. Lo prevede il Ddl Valditara

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Il voto in condotta potrebbe portare alla bocciatura. E’ la novità principale contenuta nel disegno di legge Valditara sulla modifica della valutazione del comportamento di studenti e studentesse che è stato approvato dall’aula del Senato,74 sì e 56 no, e che ora passa alla Camera.

Alle scuole medie con il 5 in condotta scatterà automaticamente la bocciatura. Un voto in condotta inferiore al 6 in una valutazione periodica, ovvero in un quadrimestre, costituirà per lo studente l’obbligo a partecipare ad attività di cittadinanza attiva e solidale. Discorso diverso per le superiori, dove con il 6 in condotta lo studente avrà un debito formativo in educazione civica, da recuperare entro settembre. Ed il voto sul comportamento peserà anche sui crediti necessari per l’ammissione all’esame di Maturità. Novità anche alle elementari, dove il voto in condotta sarà espresso collegialmente dai docenti con un giudizio sintetico riportato nel documento di valutazione. Il giudizio sintetico sostituirà per tutte le materie quello descrittivo, ma sarà comunque accompagnato “dalla descrizione degli apprendimenti raggiunti”.

Secondo la relatrice del provvedimento, la senatrice di Fratelli d’Italia Carmela Bucalo, “l’obiettivo raggiungere l’effettiva maturazione e responsabilizzazione dell’alunno, ripristinando la cultura del rispetto, e contribuendo ad affermare l’autorevolezza dei docenti e a riportare serenità nelle nostre scuole”.

Il voto del Senato non soddisfa le opposizioni. Per il capogruppo Avs Peppe De Cristofaro”Corriamo il rischio di una torsione classista, la scuola ha il compito di rimuovere le disuguaglianze e dare a tutti, a prescindere dalle condizioni di partenza, le stesse opportunità, non aumentarle”. Secondo il Pd “Si è scelto anche in questo caso di riportare il Paese e il sistema educativo indietro, senza ascoltare le scuole e valutare l’esperienza fatta”. Daniela Sbrollini di Italia Viva dichiara: “se vogliamo realmente contrastare gli episodi violenti dovremmo agire sulla prevenzione e sugli investimenti, e invece si è scelta la strada punitiva e repressiva”. Per Elisa Pirro, M5S, “Si pensa solo alle sanzioni, che evidentemente intervengono su un fallimento già avvenuto”.