Segre al Parlamento europeo: “Ancora oggi qualcuno nega l’Olocausto”

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La senatrice Liliana Segre al Parlamento europeo a Bruxelles, parlando della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz ha detto che ancora oggi qualcuno dice che l’Olocausto non è esistito. “La gente mi domanda come mai si parli di antisemitismo, di razzismo, ma perché c’è sempre stato e perché è insito negli animi dei poveri di spirito”, ha aggiunto la senatrice a vita. “Non è che Auschwitz, il 27 gennaio, quel giorno sia stata liberata. I soldati russi si trovarono di fronte uno spettacolo incredibile ai loro occhi allora. Poi diventò uno spettacolo incredibile agli occhi di chi lo volle guardare, qualcuno non lo vuole guardare ancora oggi e dice che non è vero.

Lo ‘stupore per il male altrui’, sono le parole di Primo Levi, quello stupore per il male altrui, che chi è stato prigioniero ad Auschwitz non lo ha mai potuto dimenticare per un secondo della sua vita”, ha detto la Segre. Il suo discorso è stato salutato con un lungo applauso. L’Eurocamera ha poi osservato un minuto di silenzio su richiesta del presidente del Parlamento David Sassoli che ha affermato: “Il nazismo e il razzismo non sono opinioni, ma crimini”.

La senatrice a vita ha chiuso il suo intervento con un messaggio ai giovani: “Questo è un semplicissimo messaggio da nonna che vorrei lasciare ai miei futuri nipoti ideali: che siano in grado di fare la scelta della non indifferenza e con la loro responsabilità e la loro coscienza essere sempre quella farfalla gialla che vola sopra i fili spinati”.

Durante il suo discorso, la Segre ha ricordato la marcia della morte e poi una bambina del campo di Terezin, che prima di essere uccisa dai nazisti disegnò una farfalla gialla che vola sopra ai fili spinati. “Anche oggi fatico a ricordare”, ha detto la senatrice, provata da molti anni passati a essere testimone dell’Olocausto, “ma mi è sembrato un grande dovere accettare questo invito per ricordare il male altrui, ma anche per ricordare che si può, una gamba davanti all’altra, essere come quella bambina di Terezin”.