Cittadinanza a Liliana Segre, Cioni: “Non sono io ad alimentare contrapposizioni ideologiche”

Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta del consigliere comunale di Schio, Alex Cioni, in risposta alla lettera di tre cittadini sulla vicenda della cittadinanza onoraria alla senatrice a vita Liliana Segre (qui la lettera inviata dalla senatrice, sopravvissuta all’Olocausto, ai cittadini di Schio).

 

Gentile redazione, vi chiedo il privilegio di avere  un po’ di spazio sul vostro giornale, dandomi così modi di replicare alla lettera aperta “Schio, Liliana Segre non sia usata per riparare i cocci di altre decisioni indegne”. Vengo subito al nocciolo della questione evitando preamboli inutili. In alcuni passaggi della lettera, i firmatari chiamano in causa il sottoscritto utilizzando parole e toni che denotano, mi spiace rilevarlo con brutale schiettezza, una buona dose di disonestà intellettuale.

Se tra i sei consiglieri comunali del centro sinistra non v’è stato nessuno che ha ritenuto opportuno presentare il conto al sindaco, rilevando le contraddizioni di una proposta che correttamente è stata definita come strumentale, i tre sottoscrittori avrebbero dovuto prendersela con maggiore chiarezza con i sei consiglieri comunali.

E’ vero o non è vero che il sottoscritto è stato l’unico ad intervenire ricordando alla maggioranza le parole da loro stessi brandite un anno prima per giustificare la bocciatura delle Pietre d’inciampo? Nel mio intervento in aula ho sottolineato che la cittadinanza onoraria dovrebbe essere un passaggio tutt’altro che burocratico che va trattato in modo serio e responsabile. Utilizzare la cittadinanza onoraria per sanare questioni di piccolo cabotaggio politico, è un’operazione che svilisce nella parte più importante il valore intrinseco del riconoscimento.

Devo forse rammentare che sono state le mie parole a provocare la reazione scomposta e tutt’altro che consona al ruolo istituzionale che il signor Orsi ricopre? E quale sarebbe stata la reazione dei “buoni” se le medesime parole fossero state indirizzate nei confronti di un qualsiasi altro consigliere della parte avversa al sottoscritto? Si sarebbe accesa una polemica politica alimentata, verosimilmente, anche da talune testate giornalistiche locali che per l’occasione si sarebbero prestate volentieri come ruolo di amplificatore dell’indignazione dei “buoni”. Però, siccome ad essere preso di mira è colui che comodamente viene identificato come il cattivo del gruppo, non si è levata alcuna voce di disapprovazione. Non gliene faccio una colpa; sono pure loro vittime più o meno inconsapevoli di una manipolazione culturale che impedisce a molti di osservare i fatti con lucidità.

Comunque sia, non  posso esimermi dal rilevare che tra miserabili ci si intende, visto che da quella parte del campo qualcuno ha persino approvato le meschine parole del sindaco.
Ai gentili interlocutori che mi accusano perfino di spargere veleno, ricordo che quando si è trattato di affrontare i temi spinosi del nostro drammatico passato, quale è ogni guerra civile che si rispetti, i miei interventi si sono caratterizzati per aver sottolineato la centralità di un approccio rispettoso delle memorie e del vissuto personale e familiare, oltre che politico, di tutte le parti in causa. Sono altre le parrocchie che si sono prodigate nel mantenere viva una disgustosa contrapposizione ideologica come se la guerra civile non fosse mai terminata.

Non hanno nulla da dire i firmatari della lettera nei confronti di quella lista presente in Consiglio comunale che lo scorso 7 luglio ha aderito alla vergognosa gazzarra di piazza promossa dai centri sociali, culminata con le manganellate della polizia contro i manifestanti? Si tratta della stessa lista che nell’ultimo Consiglio ha votato a favore all’individuazione di un luogo della città da intitolare alla medaglia d’oro al merito civile Norma Cossetto, facendo poco dopo marcia indietro appena si sono accorti di avere commesso un errore in fase di votazione.

Dopodiché, per quanto mi riguarda, preferisco lavorare nell’interesse della città, come per altro sto cercando di fare occupandomi dei problemi che toccano nel quotidiano i nostri concittadini senza andare alla ricerca del sesso degli angeli.

Schio non ha bisogno di soggetti che perseverano nella pratica di agitare le sterili divisioni ideologiche che appartengono al secolo scorso. Schio ha bisogno di una rappresentanza politica che la trascini fuori dall’isolamento istituzionale e politico in cui si trova. Schio è una città che deve trovare la propria dimensione per rafforzare il proprio ruolo di guida territoriale per divenire effettivamente il capoluogo di un territorio operoso e dinamico che va ben oltre ai propri confini comunali.

Per questo motivo credo sia più proficuo spendere le energie per confrontarsi – anche aspramente – per ragionare su un’idea di città per il futuro, piuttosto che impantanarsi su un passato che andrebbe storicizzato una volta per tutte.  Se poi si vogliono affrontare i temi della memoria, lo si faccia con quella onestà intellettuale di chi ha il coraggio di abbattere i propri dogmi riconoscendo l’esistenza di più memorie, perché, come ebbe a dire Alessandro Manzoni, “la ragione e il torto non si dividono mai con un taglio così netto che ogni parte abbia soltanto dell’uno e dell’altra”. Cordiali saluti.

Alex Cioni
Capogruppo in Consiglio comunale “SchioCittà Capoluogo – PrimaSchio”