Fusione Ava–Soraris: Gonzo chiama al tavolo, le minoranze rivendicano la svolta

La tensione politica attorno alla fusione tra Ava e Soraris esplosa nelle ultime settimane, trasformando un percorso tecnico-amministrativo in un confronto acceso tra istituzioni, territori e forze politiche, potrebbe essere ad una svolta. Da un lato il Consiglio di Bacino Rifiuti, che rivendica la necessità di un gestore unico forte e pienamente pubblico; dall’altro i Comuni di Schio e Torrebelvicino, che hanno contestato l’operazione fino a ipotizzare il recesso da Ava. Nel mezzo, le minoranze scledensi, che rivendicano di aver costretto l’amministrazione ad un brusco cambio di rotta.
“La fusione tra Ava e Soraris non è una bandiera politica né una forzatura istituzionale. È una scelta che nasce dalla responsabilità verso i cittadini”, ha dichiarato Francesco Enrico Gonzo, presidente del Consiglio di Bacino, intervenendo per riportare il dibattito su un terreno istituzionale e non ideologico. Gonzo ha insistito sulla necessità di evitare che una scelta complessa si trasformi in uno scontro politico, perdendo di vista l’interesse generale, ricordando che l’aggregazione “non è contro nessun Comune e non esclude nessuno”.
Il presidente ha poi rivolto un appello diretto ai sindaci di Schio e Torrebelvicino sfociato in un colloquio ufficiale: “Serve un confronto serio e costruttivo. Un progetto condiviso è sempre più forte di un progetto imposto – insiste Gonzo – il Bacino deve essere il luogo in cui le differenze si compongono, non dove si cristallizzano”. Bastone e carota anche nell’aprire a dubbi legittimi pur in una volontà unitaria: “Comprendo le perplessità, le preoccupazioni e anche le critiche – prosegue Gonzo – perché quando si parla di servizi essenziali è giusto porsi delle domande. Ma credo che il rischio più grande, oggi, sia quello di trasformare una scelta complessa in uno scontro politico, perdendo di vista l’interesse generale”.
Ma mentre Gonzo apre al dialogo, il centrosinistra scledense – Partito Democratico, Coalizione Civica e Nuova Trama – rivendica di aver smascherato le contraddizioni della maggioranza Marigo: “Alla fine, la realtà ha costretto l’amministrazione a fare marcia indietro – affermano Eberle, Cunegato, Battistella e Collareda – dopo settimane di denunce puntuali e documentate, apprendiamo che il Comune di Schio sembra aver finalmente accolto l’apertura al dialogo proposta da Ava”. Per le minoranze, il recesso annunciato da Schio è “scellerato, irresponsabile, privo di basi giuridiche ed economiche” e soprattutto tecnicamente impossibile: “La firma notarile del 23 dicembre sancisce la nascita di ViAmbiente. La votazione del 29 dicembre sarebbe fuori tempo massimo. Il Comune sta sparando con una pistola a salve”. A sostegno della loro posizione, i gruppi di opposizione richiamano anche la recente sentenza del Tar Lombardia – 964 del 29 ottobre 2025 -, che ribadisce l’obbligo per un ente pubblico di motivare un recesso con uno studio economico serio e documentato: “Non esiste alcun piano alternativo, nessuna analisi dei costi, nessuna valutazione per i cittadini. Lo ha ammesso la stessa maggioranza, costretta a correre dietro agli eventi”.
Un centrosinistra più agguerrito che mai che parla apertamente di gestione improvvisata e contraddittoria: “Prima l’annuncio del recesso, poi la scoperta che non si può fare; prima le bandiere, poi la ricerca affannosa di un’uscita di sicurezza. Non servono sceneggiate, serve serietà amministrativa”. E se oggi il Comune apre al dialogo, per le minoranze il merito non è della giunta: “È il lavoro puntuale dell’opposizione ad aver riportato la discussione sui binari della razionalità. Ancora una volta siamo stati noi a difendere l’interesse della città”.
Nel frattempo, il percorso verso ViAmbiente procede spedito: la fusione Ava–Soraris è considerata strategica da 50 sindaci vicentini, che rappresentano oltre 310 mila abitanti. Un fronte favorevole che insiste sulla necessità di un gestore unico pubblico per evitare gare, mantenere tariffe sotto la media regionale e affrontare le sfide ambientali dei prossimi anni con una governance più solida.
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