Clandestino nascosto nel camion. Ad uscire allo scoperto un giovane afghano

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Solo all'apertura delle ante per lo scarico il camionista straniero si è accorto dell'ospite sconosciuto

Potrebbe aver percorso fino a 5 mila chilometri di nascosto, in parte a piedi e il resto con mezzi fortuna un giovane uomo di origini afghane, arrivato nel Vicentino nei giorni scorsi spuntando fuori all’improvviso da un autoarticolato, al momento dello scarico merci. Un viaggiatore clandestino, che non parlava una parola ovviamente di italiano e nemmeno di lingua inglese, uscito allo scoperto in zona industriale di Castelnovo a Isola.

Il fatto risale a venerdì mattina della scorsa settimana, ed è stato denunciato ai carabinieri della compagnia di Schio. Il ragazzo, sui vent’anni, stava bene, nonostante un viaggio probabilmente durato un paio di giorni, alquanto rischioso, a bordo di un convoglio merci proveniente dalla Romania e partito due giorni prima dell’arrivo in Veneto. L’autista del camion , incaricato del trasporto di materiale per l’edilizia verso un’azienda vicentina, sarebbe stato all’oscuro dell’ospite sconosciuto.

Sul posto in via Fossanigo sono giunti i militari della stazione di Malo, che hanno preso in consegna il malcapitato clandestino e affidato ai controlli sanitari, sottoponendolo anche al test rapido per il Covid-19 (risultato negativo), seguendo le disposizioni del prefetto di Vicenza. E’ stato accertato che il giovane è originario dell’Afghanistan, e avrebbe già fatto richiesta di asilo politico dopo essere fuggito dalla nazione in cui è nato. Non sono al momento noti gli spostamenti intermedi che ha affrontato prima di salire sul mezzo pesante che ha varcato il confine di almeno quattro stati, fino a raggiungere Isola Vicentina.

Dopo aver espletato le procedure previste in questi casi, compresa una visita medica, il clandestino è stato rifocillato e affidato a una struttura di assistenza sociale in attesa di altre disposizioni. Gli è stato assegnato un alloggio temporaneo, dove trascorrere i giorni di isolamento previsti dalle normative italiane anti contagio, e sarà seguito in questa fase da un gruppo di volontari. Le discrete condizioni di salute lasciano intendere che abbia avuto accesso al cassone del mezzo durante il viaggio, mettendo comunque a repentaglio la propria vita, visto che non poteva in alcun modo conoscere la destinazione finale del carico, senza nè cibo nè acqua a disposizione.

Anche se non capita spesso, non è la prima volta che nel Vicentino accadono episodi analoghi, sia riguardo trasporti via rotaia sia su ruote. Solo poco più di un mese fa a Gambellara furono in tre a fuggire dopo l’apertura della porta posteriore, due anni fa a Brendola addirittura in cinque.