Regionali, Gonzo ci crede: “Io candidato per l’Alto Vicentino, ho le giuste competenze”

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Sindaco di Isola Vicentina per tre legislature – la prima volta poco più che 32enne – Francesco Enrico Gonzo, forte di un solido 59% dei voti che lo scorso anno lo ha premiato tra i sindaci più apprezzati dalla propria comunità, tenta ora la scalata verso uno scranno veneziano. Pacato quanto determinato, ha fatto di uno standing elegante il suo marchio di fabbrica. Nel 2021 l’adesione a Fratelli d’Italia: un ingresso “in tempi non sospetti” quando ancora non si era registrata l’esplosione di consensi iniziata con le politiche dell’anno dopo che probabilmente – almeno per fedeltà e coerenza – gli è valsa l’opportunità di giocarsela da candidato consigliere per la Regione.

Sindaco, lei ha parlato di ‘istanze vere del territorio’. Quali sono le tre priorità che intende portare in Regione per l’Alto Vicentino, e come pensa di affrontarle nei primi mesi di mandato se eletto?
La priorità è avere un rappresentante dell’Alto Vicentino in Regione. Io qui ci vivo, ci lavoro e amministro. Quando parlo di istanze vere mi riferisco a ciò che quotidianamente vivo sul campo: viabilità, sanità territoriale e rigenerazione delle nostre aree produttive. Sul fronte della viabilità porto un’esperienza concreta: anni di battaglie sulla SP46, sulla mobilità verso Vicenza, sulle intersezioni critiche che rallentano imprese e pendolari. In Regione chiederò un cronoprogramma vincolante degli interventi e un tavolo tecnico permanente con Comuni e Provincia. La sanità territoriale è l’altra priorità: abbiamo bisogno di servizi vicini ai cittadini, di investimenti sulle medicine di gruppo integrate e di percorsi più rapidi per cronicità e fragilità. Terzo punto è la rigenerazione delle aree produttive: da lavoratore dipendente di un’azienda dell’Alto Vicentino, riconosco la necessità di sostenere le imprese che innovano, semplificare gli iter e accompagnare la trasformazione dei capannoni dismessi. Lo porterò in Regione con strumenti operativi, non con gli slogan.

Viabilità, infrastrutture e sostenibilità ambientali: sono temi che ha seguito da vicino. Come tradurrà questa esperienza in politiche regionali efficaci e capaci di conciliare lo sviluppo con la tutela del territorio?
Ho seguito decine di progetti, dal piano del traffico agli interventi di protezione idraulica, e una cosa l’ho capita: lo sviluppo funziona solo se è compatibile con il territorio. Non si può chiedere ai cittadini di scegliere tra crescita e qualità della vita. Per questo intendo lavorare su tre assi: pianificazione, monitoraggio e trasparenza. Pianificazione significa evitare interventi spot: serve una visione unitaria che coordini infrastrutture, varianti stradali, ciclabilità e sicurezza. E poi monitoraggio, perché la sostenibilità ambientale non può essere un’etichetta: deve essere un impegno verificabile su aria, acqua e suolo. Infine, trasparenza: i cittadini devono sapere cosa si fa, come si fa e con quali garanzie. È ciò che ho fatto da sindaco, è ciò che voglio portare anche in Regione.

Nel suo programma si parla di ‘liste d’attesa zero’ e disagio giovanile. Quali strumenti propone per affrontare questi grandi nodi in ambito sanitario e sociale?
In sanità la ricetta non è complicata: serve organizzazione. Ma va applicata con rigore. Servono tre mosse: più personale, orari ampliati e collaborazione strutturata con il privato accreditato. Perché, se l’obiettivo è dare una visita rapida al cittadino, allora tutte le forze del sistema devono lavorare insieme. Sul disagio giovanile parto da un principio semplice: non basta aumentare i servizi, bisogna renderli raggiungibili. Voglio aprire poli territoriali che uniscano psicologi, educatori, sport e associazioni, perché i ragazzi hanno bisogno di relazioni e di adulti competenti. E serve un patto con le scuole per intercettare prima i segnali di fragilità.

Fratelli d’Italia punta a rafforzare la propria presenza in giunta oltre che in consiglio. Come coniugherà la linea del partito con l’autonomia di rappresentanza delle istanze locali e con la libertà anche di dire qualche ‘non sono d’accordo’?
Il partito è il luogo del confronto, ma un consigliere regionale è eletto dai cittadini. E io porto con me il territorio, non una carriera. Questo significa che, quando un progetto è utile, lo sosterrò senza esitazioni, ma quando qualcosa non funziona sarò il primo a dirlo. Credo che Fratelli d’Italia si rafforzi proprio così: con persone che sanno assumersi responsabilità, portando la voce dei propri comuni anche quando è scomoda. La lealtà politica non esclude l’autonomia. Anzi: la rende credibile.

Sindaco, l’eventuale sua elezione prevede la decadenza dal ruolo di primo cittadino. Quale prospettive quindi per Isola? Cosa sente comunque di dire ai suoi cittadini nel chiedere loro ora una fiducia utile a mandarla a Venezia?
Isola Vicentina non rimarrà scoperta nemmeno un giorno. In oltre 15 anni di mandato. abbiamo costruito una squadra competente, amministratori capaci che conoscono i dossier, le priorità, le fragilità e le grandi opportunità che abbiamo davanti. Io non mi candido per lasciare Isola, ma per portarla in Regione.

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