Agli insulti razzisti dagli spalti risponde con il gol decisivo e la lode al presidente altrui

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Nel riquadro Alex, il calciatore di Malo oggetto di insulti domenica al campo comunale di Vestenanova (sullo sfondo)

Un gol contro gli ululati intrisi di razzismo e ignoranza, oltre che per la sua squadra di amici e compagni di passione. Quella genuina, per il pallone. La “rivincita” personale l’ha servita tutt’altro che fredda sul piatto ma, anzi, nel momento più caldo, proprio all’ultimo minuto: sua la rete del 3-3 nel match di Terza categoria tra i veronesi del Vestenanova e il Monte di Malo. Axel Tepe, centrocampista classe 1991 in forza al team altovicentino e che vive e lavora a Malo, con la sua firma nel tabellino ha risposto in un colpo solo agli autori di insulti, versi e provocazioni ricevuti nel corso della partita. Facendoli “neri”. Di rabbia.

I fatti risalgono a domenica scorsa, quando alle 14.30 il direttore di gara dà il fischio d’inizio ad un match sentito, di fronte a oltre un centinaio di spettatori. L’incontro si gioca sul campo comunale di Vestenanova, piccolo oltre il confine con il Vicentino, a due passi dalla Valchiampo. Durante le fasi più bollenti di una partita tirata e ricca di colpi di scena, scappa prima qualche insulto irripetibile e poi gli assurdi “bu” razzisti. Diretti proprio al calciatore ospite vicentino reo, a dir dei tifosi di casa, di cadere a terra in seguito a scontri di gioco.

“Malauguratamente confermo tutto – ci racconta Axel, nato e cresciuto in Veneto da genitori originari della Costa d’Avorio -, durante la partita ho sentito alcuni spettatori ripetere e quel fastidioso verso nei miei confronti. Ho lanciato loro un’occhiata ma ho lasciato perdere, mi interessava solo a giocare e sono rimasto tranquillo fino alla fine”. Questa la miccia, rimasta in parte sopita nel corso del match, anche quando in un altro paio di frangenti ecco che spuntano altri isolate offese, distintamente percepite dai giocatori in campo.

La gara prosegue con la squadra veronese di casa che conduce per 3-2 e difende tre punti indispensabili per il traguardo playoff. Si scolina verso il recupero, quando un guizzo proprio di quel Tepe fino a poco prima oggetto di scherno vale il gol pareggio. E poi via sull’onda dell’entusiasmo verso l’abbraccio dei compagni, l’esultanza e la corsa sotto l’affollata tribuna, mettendo le mani alle orecchie come sfogo dopo tanti torti (verbali) subiti nel corso della domenica sportiva. Apriti cielo. Dal pubblico di casa piovono con gli interessi altre offese di matrice razzista, riferite al colore della pelle, così come documentato dal direttore di gara oltre che dalla testimonianza del diretto interessato. E non solo, anche bottiglie di birra e altri oggetti che fortunatamente non hanno colpito nessuno dei calciatori, secondo il racconto del giovane centrocampista.

Risultato? Un punto a testa per le squadre, ma fuori campo club veronese sanzionato dal giudice sportivo con un turno di squalifica non del campo ma del pubblico: al prossimo passo falso si giocherà, infatti, a porte chiuse. Pena sospesa con la “condizionale”, insomma, per un anno salvo recidiva.

“Ci tengo a dire che il presidente del Vestenanova – aggiunge Axel Tepe – si è dimostrato una persona correttissima e il suo gesto mi ha rincuorato. E’ venuto subito a cercarmi in spogliatoio per scusarsi di persona a nome di tutta la società, e mi ha chiesto di indicargli i colpevoli dei versi e degli insulti. Lo ringrazio a mia volta, un grande uomo davvero”. Un messaggio positivo che emerge, dunque, da un episodio al contrario frustrante, quando si dovrebbe parlare solo di sport e divertimento.

Queste cose non devono succedere su un campo di Terza categoria – conclude il 27enne maladense -, anzi non su nessun campo di calcio e da nessuna parte in generale. In passato mi erano capitati altri episodi simili che mi avevano infastidito, ma si trattava più di battibecchi con qualche avversario durante una litigata o il singolo scemo di turno. Stavolta è stato brutto, di fronte a tanta gente. Non deve accadere più ed è il motivo per cui ho deciso di parlarne”.