Chiede aiuto a una famiglia, poi ruba soldi dal portafoglio. Riconosciuto da foto segnaletiche

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La stazione dei carabinieri di Piovene

Sono trascorsi oramai più di 7 mesi dal giorno del furto di denaro, ma le indagini dei carabinieri sono arrivate al punto sperato sin dal giorno della denuncia, inoltrata da una madre e una figlia conviventi di Piovene Rocchette, tradite anche dalla loro generosità.

Le due donne, infatti, lo scorso 27 giugno avevano accolto in casa uno sconosciuto dopo che aveva citofonato per chiedere aiuto, per poi andarsene dopo un colloquio ringraziandole di cuore, ma anche dopo aver svuotato un portafoglio con una certa destrezza.

Ad occuparsi dell’episodio configurato nel reato di furto in abitazione sono stati proprio i militari che operano nella stazione locale di Piovene Rocchette, che dopo aver raccolto la descrizione del soggetto, hanno avviato le procedure di identificazione. Non certo facili, visti i pochi elementi a disposizione, fino a quando si è pensato alla possibilità che madre e figlia potessero riconoscerlo tra i delinquenti noti dell’Altovicentino, le cui foto segnaletiche sono contenute in un “album nero”, una fascicolo di immagini di volti noti alle cronache a disposizione delle forze dell’ordine.

Così si è arrivati all’identificazione con ragionevole certezza di S.Z. – fornite le sole iniziali dell’indagato -, vicentino di Schio di 36 anni gravato da più precedenti di polizia e già nella lista dei sospettati. In quel giorno di inizio estate aveva approfittato della bontà d’animo quanto dell’ingenuità delle due inquiline, dopo aver avuto accesso nell’appartamento, attendendo una distrazione altrui per arraffare le banconote dal portafoglio, per una somma complessiva rimasta sotto riserbo.

La proprietaria, però, non si era resa conto di nulla e sembra che solo alcuni giorni più tardi rispetto all’episodio descritto l’ammanco di denaro è stato collegato allo presenza dello sconosciuto in casa. Che voleva ben altro rispetto all’intenzione addotta di racimolare qualche soldo facendo dei lavoretti, “guadagnandosi” in differita di sette mesi un’ulteriore denuncia.