“Ciao Toni”: a Rocchette l’addio a un grande Alpino, intrattenitore e icona del paese

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Una storica immagine di circa 40 anni fa con Toni Cervellin (a destra) a intervistare l'atleta di Cogollo Fulvio Costa

Alzi la mano chi, dagli “anta” in su, tra i piovenesi ma anche dei paesi limitrofi sotto l’ombra del Monte Summano, non ha mai visto e magari salutato Toni mentre viaggiava in sella al suo motorino “Bravo”. In particolare dalle parti di località Rocchette, luogo delle origini in cui lui, il compianto Antonio Cervellin, è sempre stato una delle anime più brillanti fin da giovane, da lavoratore della Lanerossi e dopo aver formato una famiglia tutta sua. Primo a mettersi a disposizione da volontario per organizzare ritrovi tra gli ex abitanti del quartiere operaio, e gran “intrattenitore” a feste e pranzi conviviali tanto come speaker che in vesti di cantante, corista e anche umorista. Un “barzellettiere” che sapeva portare allegria, nel corso della gestione del Bar al Bivio a Piovene, quando con la sua presenza insieme ai figli Corrado e Stefania sapeva “tener banco” dietro al bancone.

“Toni”, così come tutti lo conoscevano, se ne è andato alla vigilia di Ferragosto dopo che nelle ultime tre settimane le sue condizioni di salute erano repentinamente peggiorate. E’ mancato all’ospedale di Santorso nel fine settimana. Fino a un mese fa, da “Penna Nera” in prima linea, si stava preparando con tanti amici in vista del centenario del Gruppo Alpini di Piovene Rocchette, di cui era stato in passato anche presidente. Aveva 84 anni, lascia la moglie Alba e i due figli insieme ai nipoti.

Insignito del titolo onorifico di Cavaliere delle Repubblica Italiana e riconosciuto nel suo paese come Cittadino Benemerito nel corso del 2019 per il suo impegno costante a favore di plurime attività a Piovene Rocchette tanto nel folklore paesano quanto in iniziative a valenza sociale, Cervellin rappresentava non solo una memoria storica della comunità, ma anche un’icona con “radici e fusto” che avevano tratto linfa dalla sua terra e che travalicava le generazioni. La musica – con predilezione per quella corale – è stata una delle più grandi passioni, ma aveva seguito parecchio anche il calcio e, insomma, per un motivo o per l’altro non esisteva concittadino che non lo conoscesse. Antonio sarà salutato solennemente sabato mattina alle 10 nella chiesa di Santo Stefano, che sorge alle pendici del Summano.

Ad accompagnare il feretro ci saranno i vessilli di gruppi e sezioni degli Alpini, e tanti tipici copricapo sulle teste degli amici di “Toni”, che come pochi si era fatto ben volere in virtù di un’indole gioviale nei decenni trascorsi tra riunioni, adunate e “missioni” di volontariato sociale. “Toni è stato un grandissimo Alpino ma devo dire anche grande marito, padre e poi nonno per come ho avuto modo di conoscerlo – ci confida Erminio Masero, sindaco che conosceva da vicino l’84enne -, Cavaliere della Repubblica, Benemerito, capogruppo e responsabile di zona Val d’Astico tra le Penne Nere e anche fondatore del coro locale. Oltre a questi ruoli e meriti, è stato un uomo che dedicava ogni minuto di tempo libero da impegni di lavoro e familiari alle attività del paese, dando tutto se stesso e sempre, ed è questo il suo segno distintivo, da trascinatore. A Rocchette, che si trattasse di organizzare un ritrovo dell’ex Lanerossi, o gli spettacoli al teatrino o i carri mascherati, lui c’era. Da quando fu un giovane animatore della parrocchia a Rocchette, fino a poche settimane fa”.

l’Alpino Antonio Cervellin, in una foto di qualche anno fa in occasione di una cerimonia

E’ lo stesso Masero a raccontare poi di come, chi rientrava nella cerchia di amici, potesse entrare nella sua abitazione e trovarsi di fronte a una sorta di “museo” personale, un vero e proprio archivio delle sue passioni e della storia del paese. Tra queste anche la scrittura, di poesie originali in particolare che, oggi in giorni di lutto per i familiari e gli amici più intimi, acquisiscono ancor più significato in sua memoria e in vista dell’ultimo saluto terreno. Da qui al cielo, dove Antonio ha raggiunto il fratello don Dino Cervellin, morto in giovane età circa 40 anni fa e sacerdote amato a Piovene a cui il Comune ha dedicato l’intitolazione di una via cittadina.