Il fronte del no non si smuove: “Ma quale autostrada, lì i massi non cadono?”

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Cartelli contro l'A31 nord sul torrione di Pedescala (foto di Salviamo la Val d'Astico)

Non si è fatta attendere la replica di chi da sempre ha visto nella prosecuzione della Valdastico Nord fumo negli occhi, in un’ipotesi che secondo i referenti di “Val d’Astico libera“, non starebbe in piedi né dal punto di vista della sostenibilità ambientale né sarebbe giustificata dai numeri di fruitori tutti da dimostrare rispetto al pronosticato dei soggetti proponenti.

E nemmeno le recenti e pesanti chiusure dei principali assi viari di collegamento verso il Trentino sia lato Valle dell’Astico sia Valsugana con chiusure a doppia cifra in termini di giorni, hanno scalfito il fronte del no, fermo sulle barricate anche dopo l’ultimo appello di Confindustria: “Con l’ennesima caduta di massi e le colate di fango che hanno interrotto i collegamenti tra Veneto e Trentino – ribattono dal comitato “Val d’Astico libera” – puntualmente sentiamo alcune voci chiedere insistentemente che sia completata la A31 Valdastico Nord.

Ci si potrebbe ironicamente chiedere se le autostrade siano immuni dalle cadute massi e dalle colate di fango, forse perché espressamente vietate dalle normative e dai capitolati? Ci si potrebbe anche chiedere come un’autostrada che sbocca a Rovereto, ed il cui unico casello intermedio a servizio di Serrada potrebbe essere poco fattibile a causa della necessità di costruirlo praticamente in galleria, possa essere utile agli abitanti della valle che lavorano sugli altopiani e nella zona dei Laghi”.

Considerazioni sulla base di alcuni studi sulle criticità di un tracciato che, al netto delle varie ipotesi sul tavolo, viaggebbe in galleria per oltre l’80% dello sviluppo totale: “Avrebbe molto più senso chiedersi – proseguono dal sodalizio contrario al tratto verso nord della A31- se non fosse invece il caso di intraprendere una seria opera di messa in sicurezza del territorio, come recentemente rimarcato anche dal presidente della provincia di Vicenza, dato che i recenti eventi e l’intensità delle precipitazioni sembrano andare sempre aumentando, e che i costi per tale operazione sarebbero una frazione rispetto a quelli faraonici della A31.Tempi ed i costi incompatibili con le esigenze, immediate, dei cittadini della Valle e non solo con i quali praticamente un confronto pubblico su tali infrastrutture non c’è mai stato.

A chiedere quest’opera siano sempre i soliti noti, attenti più alle questioni finanziarie e di potere che alle reali esigenze dei cittadini e del territorio. Noi ce lo chiediamo e ce lo stiamo chiedendo da diversi anni: auspichiamo che se lo chiedano anche i cittadini e coloro che intendano impegnarsi nelle prossime competizioni elettorali”.

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