Altovicentino Comuni-ty, il bilancio in corsa è positivo: lavorare in rete e sulla rete conviene

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Da sinistra l'assessore Piazza e il sandaco Balzi (Comune di Santorso), Caffi (Fondazione Cariverina) e Greselin (Ulss 7)

I fautori dell’ampio progetto Altovicentino Comuni-ty presentano i contenuti e i risultati dell’azione sociale territoriale portata in campo nei comuni dell’area a cui si aggiunge anche Valdagno per il biennio (in corso d’opera) 2020-2021. Portando le “prove” dei benefici ricavati dal “fare rete”, dell’offrire sostegno anche sul piano digitale alle famiglie e del continuare a “battere” la strada delle risorse strutturali per il sociale. Numeri significativi e considerazioni frutto del lavoro sul campo e sull’integrazione dei servizi sono stati proposti a Santorso, nel corso di un  bilancio delle attività svolte in attesa del “rush finale” di iniziative in programma da qui a gennaio.

Abbattiamo i muri, apriamo un portale“, anzichè un portone. Da questo assunto a mo’ di slogan si è aperta una rete capillare di ricognizioni di servizi per il cittadino, e una sperimentazione di un modo efficace di collaborare tra enti, dimenticandosi campanilismi, ideologie e interessi microterritoriali. Sostituendoli con principi come la complementarietà, reciprocità, condivisione e coprogettazione (sociale) di buone pratiche. Il tutto a vantaggio di anziani, minori, famiglie e soggetti in difficoltà economiche e/o relazionali intercettati con successo. Sono 12 i comuni partner ufficiali per l’Altovicentino (Carrè, Chiuppano, Marano, Malo, Montecchio Precalcino, Santorso, Sarcedo, Schio, Valli del Pasubio, Villaverla, Zanè e Zugliano), tre le unioni montane oltre all’Ulss 7 Pedemontana e varie associazioni. E con un questionario rivolto ai cittadini destinatari dei servizi proposto per individuarne i bisogni con accuratezza.

Circa 100 i servizi “mappati” fino a oggi, coinvolgendo 40 enti che vanno dai gettonatissimi centri estivi per i ragazzi tanto per citare un esempio d’attualità, ma anche case di riposo, sistemi di assistenza domiciliare, centri diurni, laboratori per i giovani, sportello badanti, istanze di commercianti, attività per disabili e altri “ganci” utili. A tracciarne la storia della “Comuni-ty” uno dei promotori istituzionali, il comune capofila Santorso. “Tappa importante di un progetto nato da un’idea a suo tempo innovativa, nel 2019, tempi in cui una raccolta di tanti servizi era ancora lontana – ha spiegato Franco Balzi, sindaco di Santorso, comune capofila -, poi abbiamo toccato con mano in questi mesi difficili che la direzione intrapresa di mettere in campo un’azione sovracomunale e con strumenti moderni era quella corretta. Ci avevamo visto giusto insomma, facendo leva sulla digitalizzazione e con la proposta del portale internet, e su questo ‘fare rete’ bisogna investire ancora in futuro, anche in funzione dei Fondi Europei”.

“Non si tratta solo di aiuto alle famiglie ma anche di programmazione efficace per interventi resi possibili grazie alla coprogettazione – aggiunge Giampietro Piazza, assessore Servizi Sociali -. Si era detto dal principio di abbattere i muri e così è stato fatto. La digitalizzazione che nel 2019 era poco più di un’aspirazione con la pandemia è diventata un fabbisogno, e grazie a questa rete siamo stati tempestivi e preparati nel dare le risposte richieste”. Nel progetto sono coinvolti i 32 comuni che rientrano nel bacino del distretto 2 più Valdagno, e le Comunità Montana Pasubio, Astico e Alto Astico. Oltre al sito web in espansione e al Family Hub, degne di interesse sono le iniziative dedicate alle “Professioni del Sollievo,” allo Sportello Badanti, alle politiche giovanili e, in partenza da settembre, il voucher di sostegno alle famiglie.

Un ruolo operativo di coordinamento, di front-office e di supporto digitale importante è stato rivestito dal personale qualificato messo a disposizione da Cooperativa Radicà. In particolare il portale web realizzato ha incontrato le richieste dei cittadini altovicentini, fungendo da mappa virtuale su cui orientare i propri bisogni reali. “Il nostro è stato un lavoro in itinere – così il portavoce dell’associazione Giovanni Spillere – basato su continue implementazioni di singoli servizi e informazioni utili del terzo settore, inserite in base ai suggerimenti di chi ci contattava e degli stakeholders. Abbiamo cercato di avvicinare e valorizzare tutte queste realtà che offrono servizi al territorio, intercettando molte persone che di fatto hanno costruito il sito insieme a noi”.

Importante sul piano pratico lo sportello del Family Hub, con sede nella casa del custode di Villa Rossi, che ha raccolto circa 300 contatti e ha saputo fornire risposte e sostegno, in particolare alla fascia anziana dei 70-79enni dando aiuto a un centinaio di loro per le prenotazioni dei vaccini, e a una ventina per l’attivazione ad esempio dello Spid. Ben 90 le richieste solo nei primi due giorni di apertura. “Oltre al supporto concreto nel fissare gli appuntamenti nei centri vaccinali – spiega Daniela Faccin, un’operatrice a contatto con gli utenti – si sono rivolti a noi alcuni di loro disorientati, quindi oltre al servizio in sè abbiamo anche fatto accoglienza e da ponte in alcuni casi con le reti di vicinanza solidale”. Tanti altri i percorsi attivati oltre al portale, tra questi quello dedicato alla cittadinanza attiva legata alle politiche giovanili (Comuni-ty Lab, tutt’ora in corso), che ha coinvolto fin qui 70 ragazzi/e dai 14 ai 29 anni e 40 adulti tra educatori, insegnanti e amministratori legati per diversi motivi a questa delicata fascia d’età. E lo Sportello Badanti, che dallo scorso agosto 2020 ha coinvolto 90 assistenti e circa 140 famiglie vicentine.

Fondamentale, sul piano delle cifre messe in campo nel biennio e delle risorse impiegate, il contributo economico offerto dalla Fondazione Cariverona, che ha seguito passo passo il progetto finanziato con 180 mila euro, su un totale di 270 mila. Altri 15 mila circa sono arrivati dalla Regione Veneto, la parte restante attraverso appunto la rete di comuni ed enti aderenti ad Altovicentino Comuni-ty. “A nome di tutte le parti coinvolti – ancora Balzi in chiusura – esprimiamo la nostra gratitudine alla Fondazione, potendo dire di aver avuto la cura di usare bene queste risorse sulla base dei contenuti e numeri che lo confermano. Per il prossimo biennio ci auguriamo che l’iniziativa sia strutturale e non più estemporanea, e che le linee guida prodotte in seguito a questo imponente lavoro, qualificato e frutto del confronto, diventi una sorta di strada maestra nell’ambito dei servizi socio assistenziali”.

“In questo territorio altovicentino c’è sempre stata una cultura particolare, nulla nasce dal caso – commenta il dott. Sandro Caffi di Cariverona -, una cultura diffusa improntata sul senso della comunità e dell’arricchimento reciproco per generare una collettività migliori. Siamo contenti della scelta di sostenere tutto ciò”. Presente anche Luca Greselin in rappresentanza dell’Ulss 7 Pedemontana, per il distretto 2, altra parte in causa importante: “Abbiamo raccolto a suo tempo un invito e risposto presente come azienda sanitaria. I soggetti più vulnerabili e fragili hanno bisogno di iniziative di questo tipo, motivo per cui il progetto è entrato stabilmente nei Piani di Zona”.