Conference, Fiorentina in finale. Champions: Real Madrid da urlo

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Mercoledì europeo con due verdetti importanti. Il più importante per l’Italia arriva dalla Conference League: la Fiorentina pareggia 1-1 in casa del Bruges dopo l’1-0 viola dell’andata, e torna in finale a distanza di un anno. Stavolta l’ultimo atto si giocherà ad Atene il 29 maggio. L’altro verdetto giunge dalla Champions League con il Real che, tra l’88’ e il 91′, ribalta il Bayern Monaco al Bernabeu e raggiunge il Borussia Dortmund nella finalissima del primo maggio a Wembley. Eroe madridista di quest’altra magica “noche blanca”, con una doppietta: José Luís Sanmartín Mato, meglio conosciuto come Joselu, attaccante spagnolo di 34 anni. Un bomber nato in terra tedesca: a Stoccarda.

Partiamo esaltando il grande traguardo raggiunto dalla Fiorentina per il secondo anno di fila. Dunque, la squadra di Vincenzo Italiano ha la grande occasione di riprovarci dopo la delusione di un anno fa a Praga contro il West Ham che s’impose per 2-1. Il nome dell’avversaria, però, si conoscerà solo giovedi al termine di Olympiakos-Aston Villa. Ad Atene si ripartirà dal 4-2 centrato dai greci a Birmingham nel match d’andata. Se la compagine ellenica dovesse confermare i pronostici che la vedono favorita per il passaggio del turno, avrebbe la grande occasione di giocare in casa la finale.

La curiosità: perchè Bruges-Fiorentina si è disputata di mercoledi e non di giovedi giorno dedicato a Europa League e Conference? Il motivo riguarda una processione religiosa e l’Unesco. Infatti, la città di Bruges, spalleggiata dall’Unesco, ha voluto proteggere l’evento religioso del 9 maggio: la Processione del Santo Sangue legata alla festività dell’Assunzione. Questa è stata inserita dall’Unesco nel Patrimonio culturale immateriale dell’umanità e per tale motivo, le autorità hanno preferito preservare l’evento facendo anticipare la partita.

L’1-1 in terra belga. Decisivo il calcio di rigore trasformato da Beltran all’85’ dopo che il Bruges era passato in vantaggio nel primo tempo con Hans Vanaken. Viola più forte dei tre pali colpiti, della tanta sfortuna e di un ambiente caldissimo. Nella ripresa, traversa di Biraghi e palo di Kouamè. Nzola conquista il tiro dal dischetto che fa esultare Firenze. Ancora lui, Nzola, l’uomo che all’andata al Franchi aveva segnato il 3-2 ben oltre il 90esimo. Applausi ai gigliati che sono stati bravi anche a soffrire senza mollare mai nei momenti difficili della sfida.

Champions League, è successo ancora e sempre al Santiago Bernabeu di Madrid. E’ successo ancora come nel 2022 contro Paris Saint Germain e Manchester City, e come tante altre volte. Ribaltoni blancos entrati di diritto nella storia del calcio. Due anni fa il grande protagonista della 14esima Coppa Campioni della Casa Blanca, fu Karim Benzema che poi si prese pure il Pallone d’oro. Stavolta la magia finale è di Joselu, un profilo di attaccante decisamente diverso da quello di “Karim The Dream”, ma comunque esperto ed efficace in area di rigore.

L’ennesimo incredibile match andato in scena nel distretto Chamartin di Madrid. Neuer tiene a galla i suoi abbassando la saracinesca. Il Real crea ma non concretizza e i tedeschi ne approfittano portandosi in vantaggio al 68′ con un gran gol di Davies. Strana storia quella dell’esterno canadese: praticamente vive da tempo da separato in casa al Bayern perchè si è promesso proprio al Madrid. Ancelotti non ci sta e all’81’ getta nella mischia Joselu e l’ex milanista Brahim Diaz per tentare il tutto per tutto.

Ancora una volta Re Carlo azzecca le mosse. Tuchel, invece, sbaglia perchè toglie Kane pensando solo a difendersi. A Wembley il Real disputerà la sua 18° finale di Coppa dei Campioni-Champions League. Fino a oggi ne ha vinte 14 e perse tre. Peraltro, sarà la terza finale di Champions contro una squadra tedesca dopo i trionfi di Glasgow nel 1960, 7-3 all’Eintracht Francoforte, e nel 2002 contro il Bayer Leverkusen battuto 2-1 dalla rete capolavoro di Zinedine Zidane. Stavolta, sempre nel Regno Unito, sulla strada che porta al 15° trionfo ci sarà il roccioso e scorbutico Borussia Dortmund di Terzic.