Serie A, la Roma vince a Empoli. Caso Milik: l’Aia ammette l’errore

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...

Con la sofferta vittoria della Roma a Empoli per 2-1 si è chiusa la sesta giornata di Serie A. Una partita rocambolesca quella andata in scena al Castellani. Giallorossi trascinati da un super Dybala: prima un eurogol, poi un euroassist per il gol vittoria di Abraham. In mezzo, a fine primo tempo, il pari toscano con Bandinelli. Sul taccuino ci sono anche: un rigore sbagliato dal capitano romanista Pellegrini (spizzato l’incrocio dei pali), tante occasioni da rete fallite da una parte e dall’altra, le straordinarie parate del portiere di casa Vicario (che molte grandi d’Europa seguono da vicino), e un palo colpito da Akpa-Akpro dell’Empoli, successivamente espulso per fallo su Smalling.

La Roma avanza. Dopo due sconfitte di fila tra campionato (Udinese) ed Europa League (Ludogorets), la squadra di Mourinho dunque ritrova il sorriso perchè i tre punti consentono ai giallorossi di portarsi a un solo punto dalle tre battistrada Milan, Atalanta e Napoli in quello che si conferma essere “il torneo delle imperfette”. E per “imperfette” intendiamo le grandi squadre. Finora nessuna ha dimostrato di essere in grado di provare la fuga scudetto per una serie di limiti: errori fatti in fase di mercato e costruzione. L’equilibrio regna sovrano in tutte le parti della classifica. Un’anomalia forse causa del Mondiale in inverno, che per una serie di motivi sta rimescolando e rimescolerà le carte.

Una sola cosa è certa: dopo 6 turni, la squadra peggiore è quella arbitrale. Gli arbitri emergenti sono scarsi e privi di personalità, per cui si fanno condizionare troppo dal Var. Ribadiamo un vecchio concetto: solo in Italia viviamo questa bulimia da Var con partite fatte di recuperi in stile tempi supplementari. Ci si ferma troppo per controllare alla moviola e di conseguenza si gioca poco e male. Ogni episodio viene vivisezionato al monitor. Questo non è calcio. E questo accade solo in Italia; negli altri campionati e nelle Coppe Europee, il ricorso al Var è rarissimo. Il parossismo della follìa, ai limiti dell’errore tecnico, è stata raggiunta in Juventus-Salernitana 2-2. Un gravissimo errore diventato pantomima con il comunicato dell’Aia di lunedi 12 settembre.

Un’ammissione preoccupante. L’Associazione italiana arbitri, infatti, ha reso noto che la squadra addetta alla Var per Juventus-Salernitana non aveva a disposizione l’immagine a campo aperto dal quale si evince anche la posizione di Candreva, che tiene in gioco Bonucci sul gol del 3-2 di Milik, poi annullato con l’ausilio delle limitate immagini visionate (e non era comunque da annullare). L’assurda nota Aia arriva proprio all’indomani del pareggio di Torino, finito con un parapiglia da Far West, anzi da Var West. Si apprende che la verifica dell’organo tecnico degli arbitri, ha portato alla conclusione che le riprese di quella telecamera non erano fruibili da parte degli addetti al Var. Una figuraccia davanti al mondo intero che ora ride di noi italiani.

Il comunicato dell’Aia.
Nella nota si legge: “L’organo tecnico della Can ha visionato le immagini messe a disposizione del Var e dell’Avar per la gara in oggetto non riscontrando alcuna corrispondenza con il video in questione. L’organo tecnico della Can ha anche chiesto espressamente alla società che fornisce il servizio tecnologico per la Var se la camera in questione, definita tattica, fosse a disposizione degli addetti al Var per la gara disputata allo Juventus Stadium. La risposta che veniva fornita è che la camera non era a disposizione del Var e pertanto non era fruibile dagli arbitri. Con questo precisato siamo convinti di aver fatto chiarezza sull’episodio occorso”. Ergo, il Var è inaffidabile e il campionato rischia di essere falsato dal protagonismo di arbitri e varisti.