Un “calcio” al presente, per salvare passato e futuro. Il lungo weekend biancorosso

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Il portone dello stadio Menti di Vicenza

Il presente del Vicenza Calcio rappresenta una di quelle barzellette che non fa ridere. Con tanto di ghigno beffardo da parte di chi la racconta, e quella voglia irrefrenabile di prenderlo a sberle di chi la ascolta.
C’è il crac di un club, sancito dalla richiesta dell’esercizio provvisorio partita dalla Procura e diretta al Tribunale, e c’è il patatrac dei cuori affranti di fede biancorossa. Prima punzecchiati, poi squarciati e infine provocati da frottole pronunciate da “frittole” per dirla alla veneta, da chi lancia il sasso – leggasi note stampa o promesse all around – e poi si nasconde dietro l’unghia di un dito.

C’è chi canta in Curva Sud, chi blatera sui social, chi si è eclissato in galassie sconosciute, chi sciopera, chi lancia appelli all’imprenditoria, chi scrive, riprende, fotografa ogni colpo di tosse, chi da ragazzino che sogna una carriera da pro non ci capisce più nulla. Tutti autori di soap opera zeppa di (troppi) protagonisti e senza il lieto fine garantito. A voi la cronistoria del week end, il docu-drama sportivo più sanguinoso della storia della città berica, calcisticamente e sentimentalmente parlando.

Il lungo addio?

No, non è detto, semmai il lungo week end biancorosso. Da ricostruire ora per ora. Il venerdì 12 soppianterà probabilmente il ben più celebre e celebrato “venerdì 13” nell’immaginario horror dei vicentini purosangue. Il buongiorno consiste nella richiesta della Procura di Vicenza, inoltrata al Tribunale, di avviare l’istanza del temutissimo fallimento. Lo spettro che si materializza d’un tratto, e che poi si scoprirà destare più simpatia che paura. Un fallimento che per la moltitudine di tifosi & curiosi non avvezzi a districarsi nei noiosi intrecci di finanza, fisco, giudiziaria e compagnia brutta significa addio alle armi immediato, come se oltre alla storia e al marchio del Vicenza Calcio venisse cancellato il Menti dalle mappe con colpo di spugna.

Poi si scopre in un battibaleno che la “mossa” potrebbe – ma non diamolo per scontato, non ancora – rappresentare l’ennesima ultima spiaggia con la nomina di un curatore fallimentare. Che di fatto canterebbe il ritornello “fatti più in là” a proprietari attuali, cordate vere e presunte che più di qualche vicentino gradirebbe sciogliere in alta montagna, lasciando le baruffe chiozzotte a ben altri campo, anzi aule e non certo di scuola. Traduzione? Il futuro o il destino in mano ad una persona – che dovrà essere affidabile anzi affidabilissima nelle premesse – preposta a salvare il salvabile, vendere il vendibile, recuperare il recuperabile. In altre parole: conservare il titolo sportivo traghettando la stagione al termine, salvaguardando il blasone sportivo targato 1902 e magari mantenendo la categoria. Insomma, salvare la pelle. Biancorossa.

Il Sindaco

Poche ore dopo, tempo di una brioche e cappuccino sfogliando tablet o cartaceo, ecco che  entra in tackle il primo cittadino di Vicenza capoluogo, Achille Variati, già presente al centro tecnico “umanitario” – vista la paziente concessione dei gestori – di Isola Vicentina a inizio settimana. Dopo la marcatura stretta, l’intervento duro. Da cartellino rosso per la – o meglio dire… le – proprietà uscenti e cartellino giallo per gli imprenditori vicentini.

“L’istanza di fallimento presentata dalla Procura della Repubblica al Tribunale rappresenta un momento vergognoso – afferma Variati – di una storia importante come quella del Vicenza Calcio, realtà conosciuta in tutta Italia come la ‘nobile provinciale’. Tuttavia la richiesta di autorizzare l’esercizio provvisorio costituisce un elemento di fiducia affinché si possano mantenere nome e titoli sportivi, potendo continuare il campionato. Un curatore fallimentare rappresenterà senz’altro la netta discontinuità con la situazione pregressa. Ma nel caso in cui si possa ripartire senza le zavorre di un’indegna gestione, oltre alle risorse dei titoli fidejussori servirà altra finanza. A questo proposito non posso pensare che la terra vicentina, così ricca di imprenditoria che si è distinta per una crescita straordinaria portando il nostro ingegno e i nostri prodotti nel mondo, volti le spalle a una storia calcistica che rappresenta un elemento di identità del territorio. Non ci saranno più alibi”.

Il sito web ufficiale del Vicenza Calcio

Intanto il giorno prima, l’Associazione Italiana Calciatori annuncia una conferenza stampa dei giocatori biancorossi, e i carboni ardenti della società si affidano in risposta a striminzite note ufficiali sul sito www.vicenzacalcio.com: “Vicenza Calcio informa che dalla giornata odierna sarà in vigore il silenzio stampa, al quale dovranno attenersi tutti i tesserati e collaboratori del Club. Sino a nuova comunicazione, la persona autorizzata a rilasciare dichiarazioni è esclusivamente il Presidente, sig. Fabio Sanfilippo”.

In sintesi: “tutti muti”. E si scopre che l’amministratore unico sfodera l’inedito titolo di presidente. Il proprietario alza la voce insomma. La squadra non fa marcia indietro. Chi impone il bavaglio, secondo calciatori e staff, non è credibile, e si farà seguito alla messa in mora della società per la nota questione stipendio confermando la conferenza stampa in contrà delle Grazie. Al gran completo.

La conferenza stampa

Tutti convocati. Prima squadra presente occupando le prime file, con i “tiratori scelti” biancorossi affiancati dallo staff tecnico. Ci sono proprio tutti gli attori principali, dal ds Moreno Zocchi al mister Nicola Zanini, passando per l’icona del tifo (super)Gino Sterchele, con il capitano Stefano Giacomelli a prendere la parola e leggere una lettera impietosa, dopo l’apertura chiara, circostanziata e consentiteci “cazzuta” del direttore generale di Aic Gianni Grazioli, il padrone di casa. Ah, ci sono anche i tifosi. Fuori dal cancello, una ventina, bardati di sciarpe e ansiosi di conoscere l’esito dell’adunanza con giornalisti e giornalai.

Vengono snocciolate le promesse non mantenute, raccontati alcuni altarini che fanno sarcasticamente sorridere – dai consigli tecnici dati a giocatori già sostituiti a personaggi ectoplasmatici che appaiono e scompaiono nello spogliatoio – e soprattutto certificate le beffe nei confronti di calciatori e dipendenti del Vicenza Calcio in tema di pagamenti di stipendi arretrati. Ma viene confermata la volontà, da parte dello spogliatoio e qualora ci fossero le condizioni dignitose minime, di indossare ancora la maglia biancorossa al termine dello sciopero già deciso e ribadito per la partita di Coppa Italia, del giorno dopo, a Padova.

La notizia più sugosa? La squadra intera e lo staff tecnico si stringono le mani e insieme “forzano” il blocco imposto dal club: niente silenzio stampa. Chi lo impone “non è credibile” e bando alle ciance (altrui). La frase più forte? “Noi giocatori, insieme ai tifosi, siamo la parte sana del Vicenza Calcio”. Parole e musica – per le orecchie dei… cuori biancorossi – di Stefano Giacomelli, capitano e portavoce.

“Zio” Zanini

Il tecnico subentrato a stagione iniziata, a metà novembre, il vicentinissimo Nicola Zanini, è perennemente al fianco dei suoi ragazzi. Se non come un padre premuroso possiamo dire come uno zio che fa da consigliere e forse un po’ coccola i nipotini. Del giorno prima la dichiarazione via Radio24 in cui ammetteva di aver intercesso per chiedere di pazientare in tema di affitti, visto che alcuni giocatori in rosa guadagnerebbero poco più di mille euro al mese (fra l’altro mai visti) e sarebbero in difficoltà. Nel corso della conferenza dichiara a chiare lettere di sostenere la squadra e le decisioni della stessa, pur trovandosi nell’imbarazzo di dover scendere in campo il giorno dopo, nell’eventualità, con la Berretti, per non incorrere nell’inadempienza contrattuale. Fra l’altro, poi, si tratta dei giovani che allenava fino a pochi mesi prima, guai a lasciarli soli in un giorno simile. Gli chiediamo se sussiste una forma di mutuo aiuto all’interno dello spogliatoio:

Alcuni non avrebbero potuto sostenere nemmeno le spese per tornare a casa a Natale dalle loro famiglie. So che alcuni dei giocatori più esperti spesso invitano a pranzo e a cene i più giovani, in modo da risparmiare loro dei costi”. Anche questo ha contribuito a rinsaldare un gruppo, uno spogliatoio, una squadra che – come ha ribadito capitan Giacomelli – si è compattato come non mai nella necessità: tutti uniti. Non contro qualcuno, ma per qualcosa di grande: per il Vicenza.

Allo Stadio Menti, porte aperte ma cancelli chiusi

Si conclude il capitolo nel salotto di Aic, si apre quello sul prato verde dello Stadio Menti. Allenamento a porte aperte secondo l’annuncio ufficioso, più tardi arriva il “niet” del club. Circa 300 tifosi più il manipolo di giornalisti itinerante giunge in via Schio, il cancello principale sotto la Tribuna è in un primo momento spalancato ma viene imposto il dietrofront. Dialogo cordiale e senza scintille con gli addetti dello stadio e dirottamento in Curva Sud, l’humus ideale per i supporters biancorossi che si radunano dunque sugli spalti, con la truppa colorata dei colori sociali che serra le fila e di quarto d’ora in quarto d’ora s’infoltisce fino a raggiungere, a detta nostra, 500-600 unità. La squadra si presenta in campo con 45′ di ritardo sulla tabella di marcia, viene accolta da applausi convinti, mister e giocatori applaudono alla Curva Sud.

L’amore è integro, intatto, incontrovertibile. Ci sono i “capi”, ma anche tanti teenagers e barbe bianche. Un paio di fumogeni tinti di biancorosso, qualche scoppio di petardi e poi via a canti (tipici) e cori (malefici) che prendono di mira in rassegna Cassingena, Polato, Franchetto, Dalla Vecchia e infine Sanfilippo. Chi ha tenuto le scivolose redini del destino della società nella storia più o meno recente. L’allenamento della squadra va avanti, senza intoppi, e si scorgono più sorrisi che musi duri nei volti dei calciatori, che tra la rassegnazione e la speranza lasciano intendere che tanto vale viversela alla giornata.

SABATO

Lo sciopero: niente “veci” a Padova. Ma i “bocia”?

La decisione è presa e nota. Alle 15 il Vicenza Calcio senior non sarà presente all’appello per la partita di Coppa Italia in casa di un Padova in pompa magna, che i suoi cocenti e disgraziati guai li ha passati una manciata di anni prima e ora si ritrova sulla via della resurrezione. Convocati gli junior, dunque, vale a dire il team Berretti. Ma anche qui non v’è certezza. Si mugugna che i familiari dei baldi giovan(issim)i biancorossi non intendano far sorbire un’assicurata umiliazione sportiva, nociva per loro. Insomma, l’intenzione di salire sul pullman in direzione euganea sembra non esserci. Il condizionale non sussiste per quanto riguarda la folta schiera degli ultrà, che il mattino dopo si danno appuntamento ancora al Menti per impedire, ai fanciulli di presentarsi al patibolo sportivo. Si concluderà con una tavolata improvvisata, nessuna forzatura e addirittura la Questura a smentire la nuova nota della società che riportiamo:

“A fronte della presenza di donne e bambini, le forze dell’ordine fanno sapere di non aver abbastanza personale che possa garantire la possibilità d’uscita del pullman e che non sarà fattibile la sua partenza. La questura segnala oltre 1000 persone davanti al cancello, dalle foto e dalle dichiarazioni di alcuni giornalisti presenti sembrano decisamente meno, circa 300. A fronte della circostanza creatasi la partita dovrà intendersi a tutti gli effetti annullata. Ci riserveremo di quantificare i danni e di individuare i responsabili degli stessi. Vicenza Calcio si ritiene rammaricata del comportamento non giustificato da parte dei tifosi in quanto coloro che erano stati scelti per disputare la partita in evento sono comunque tesserati della società. L’aver limitato la libertà di scelta di questi ragazzi, riteniamo sia decisamente lesiva della libertà di pensiero degli stessi”.

Autogol clamoroso? Si vedrà, si saprà. Ma il ruolo istituzionale delle forze dell’ordine presenti, le assicurazioni del questore sull’effettiva volontà dei giovani componenti della squadra Berretti, messi insieme surclassano in autorevolezza ogni altra considerazione. Nessun ostaggio insomma, e su questo non ci piove. Sul bagnato…

Il derby veneto da valore zero assoluto, a questo punto, e non si gioca. Un 3-0 a tavolino spingerà avanti i patavini allenati dall’ex col dente avvelenato Bisoli e ora per il Vicenza Calcio o ciò che ne rimae si riaprirà la marcia di campionato. Se la squadra non scenderà in campo per quattro gare consecutive sarà escluso dalla serie C. Ma i claciatori promettono che risponderanno alla convocazione fino a un minuto prima dell’accoglimento della richiesta di messa in mora, nel caso la grana stipendi trovasse una soluzione. Sarà ancora, quindi, una corsa contro il tempo per onorare gli impegni mai ottemperati in questa tribolata stagione.

Proprietario “social”

Di sabato, in tarda serata, una nuova esternazione via social di Fabio Sanfilippo, amministratore unico, che persevera nella crociata contro Vi.Fin. Riportiamo il riassunto delle sue ragioni scritto di suo pugno, ancora lacunoso riguardo a chi metterà le “palanche” annunciate, ma che chiarisce quantomeno il suo punto di vista. Si tratta della risposta ad un commento garbato di un interlocutore garbato, probabilmente un tifoso:

“… Aimè però, mi è sempre stato promesso da Vi.Fin che domani, poi domani, poi domani (parola sentita ogni giorno) avrei avuto i dati per poter andare avanti e quindi presentarci. Giustamente chi mi sta a fianco precisava che era inutile esporsi fin quando non ci sarebbe stata la documentazione completa per permettere di capire quanto fosse il reale ed immediato fabbisogno. Inoltre vista la furbata della loro garanzia al giorno dell’atto e non hanno lasciato il denaro X gli stipendi, ci siamo allertati sulla manovra distrattiva. L’allarme ci ha fatto pensare di voler meglio approfondire chi avessimo di fronte e quindi abbiamo accelerato la visione delle carte da dentro. Da fuori non si poteva. Facevano vedere solo quello che volevano. Poi i revisori dei conti ci hanno aperto gli occhi ed è apparso un grande scenario. Abbiamo visualizzato anche innumerevoli contratti ed anche lì lasciamo perdere. Poi arriva la Guardia di Finanza la quale ci dice che chiunque in quel momento fosse stato a capo del Vicenza calcio non ne aveva colpe in quanto sarebbero arrivati lo stesso. È circa un anno che indagavano sui vecchi bilanci. I conti correnti sono stati pignorati guardacaso due giorni dopo il nostro ingresso. Impossibile che la precedente proprietà non lo sapesse. Anche lì altra furberia. Ci sono altre malefatte che non sto nemmeno ad elencare perché sono innumerevoli. Alla luce di questo ed altro, per la legge quando vieni a conoscenza di incongruità hai il dovere di fermarti e dare segnalazione all’autorità competente. Dare continuità in questi casi avrebbe dato adito e consapevolezza nonché assenso agli errori commessi dalla precedente proprietà. Comunque nessun libro è andato ancora in tribunale. Per il momento è una attività della 104. Non posso più aggiungere altro. C’è segreto istruttorio”.

Nessuno volti le spalle al Lane. Lo hanno detto, esclamato, addirittura minacciato, in tanti. Ma chi lo guarda negli occhi ora?

Domenica

La domenica è il giorno del pallone per gli appassionati del genere. Oggi c’è un senso di vuoto per loro. Non si gioca. Non c’è la Nazionale, fatalità vuole che non giochi nemmeno la serie A, non c’è e non c’è stato ieri l’amato Vicenza Calcio. Per carità, non si vive di solo pallone. Ma se ne chiacchiera fino allo stordimento.

La barzelletta che non faceva ridere di tante righe fa era la premessa, ci consentano i protagonisti di azzardare un sorriso: cerchiamo miglior fortuna con la formazione “titolare” non del Vicenza CAlcio ma degli attori della telenovelas biancorossa. Azzardiamo un modulo 3-5-2, e ci perdoni mister Zanini se non rientra tra i suoi preferiti.

In porta chi non sa più dove andare a parare: Sanfilippo.
Sulla linea difensiva: Franchetto-Polato-Dalla Vecchia.
A centro campo, quelli presi in mezzo: tifoseria-calciatori-Variati-Grazioli-Berretti.
All’attacco dopo gli assist ricevuti: Procura della Repubblica-Questura
Chi ride bene?