Occhio ai “falsi allarmi” per sos in montagna lanciati attraverso le app

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Nell'immagine d'archivio un mezzo del Cnsas

Si è rivelata un falso allarme la richiesta di aiuto giunta al Soccorso Alpino territoriale di Arsiero alle 14 di ieri, che rischiava di muovere la squadra del Cnsas verso l’Altopiano dei Fiorentini inutilmente. Un segnale automatico partito da una delle applicazioni di s.o.s. che chiunque può scaricare sul proprio smartphone, capace di lanciare allerte al 118, ma da maneggiare rigorosamente con cura onde evitare missioni di salvataggio o di emergenza senza effettiva necessità.

L’episodio di ieri, che per fortuna si è risolto senza sprechi di tempo nè di risorse pubbliche, consente al Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico del Veneto di rimarcare ancora una volta l’importanza di prestare dovuta attenzione a questo tipo di dispostivi digitali: se è vero che possono essere utili e rappresentare strumenti salva vite, il rischio tutt’altro che remoto consiste nel disperdere energie e anzi mettere in pericolo altre persone in condizioni di reale pericolo, causando ritardi nei soccorsi.

Nel caso di ieri l’allerta era scattata intorno alle 14, in una domenica “tranquilla” per la squadra di Arsiero pronta a intervenire. A inoltrarlo era stata come da prassi la centrale del Suem 118 di Vicenza, dopo averlo a sua volta ricevuto da un’azienda non meglio definita che produce apparecchi di localizzazione. In pratica, veniva segnalata una posizione Gps con richiesta generica di soccorso.

Mentre gli esperti della montagna si preparavano per la salita verso i Fiorentini, pronti alla partenza in pochi minuti, è stato possibile appurare che si trattava di un allarme partito per errore. Essenziale il “recupero-lampo” del numero di telefono, da cui era partita chiamata, scoprendo alla fine che proveniva da un gruppo impegnato in un addestramento per le emergenze valanghe, scattato accidentalmente.

Tutto si è concluso con gli operatori a riporre gli zaini nella sede pedemontana di pronto intervento in montagna, e magari qualche risata per lo “scampato pericolo” di perdere ore alla ricerca di nessuno. Ma anche, oggi, con l’appello del Soccorso Alpino a prestare la massima attenzione a questi strumenti.