Domani il triste addio al piccolo Alberto, morto a 20 mesi per una meningoencefalite

Ascolta l'audio
...caricamento in corso...

E’ stata un rarissimo caso di meningoencefalite fulminante, scatenata dalla sesta malattia a provocare la morte del piccolo Alberto Covolo, un “angelo” di soli 20 mesi, morto venerdì scorso nel reparto di terapia intensiva pediatrica dell’ospedale San Bortolo di Vicenza. Lo stesso ospedale dove lavora – nel reparto di oncologia – la sua mamma 29enne, Irene Baio, di professione infermiera.

La morte del bimbo ha lasciato nella disperazione più totale i genitori (insieme alla mamma, il papà Cristian Covolo di 30 anni), i familiari quanti gli volevano bene. Costernata e ammutolita l’intera comunità di Breganze, dove le due famiglie sono molto conosciute, anche se la coppia viveva col piccolo a Zugliano.

La gravissima patologia se l’è portato via in tre giorni, nonostante fosse iniziata come una delle malattie esantemiche fra le più banali nei bambini: generalmente infatti la sesta malattia non comporta particolari conseguenze e sparisce in pochi giorni. E’ causata dall’Herpes Virus umano di tipo 6B (HHV-6B), che una volta entrato nell’organismo scatena una reazione immunitaria. I sintomi più comuni sono alcuni giorni di febbre molto alta (può superare anche i 39°-40°) e successivamente la comparsa di un esantema con bollicine piatte di color rosa. Nel caso del piccolo Alberto, purtroppo lo sfogo invece di coinvolgere la pelle, ha intaccato subdolamente gli organi interni, provocando l’encefalite fatale. Un caso rarissimo.

Dopo le normali cure iniziali, giovedì mattina il bimbo, che era dai nonni paterni, era diventato cianotico e sul posto era intervenuta un’ambulanza. Poi la corsa all’ospedale di Santorso e qui i sanitari del reparto di pediatria, vista la gravità repentina delle sue condizioni, ne avevano disposto il trasferimento nella terapia intensiva pediatrica di Vicenza, dove però le condizioni si sono aggravate in modo irreversibile, dando a mamma, papà, nonni e zii solo poche ore per accettare l’inaccettabile e l’incomprensibile, ossia la morte di un bambino piccolo. A nulla sono valsi l’intreccio di cure mediche, preghiere e messaggi di speranza che hanno sostenuto per quanto possibile la famiglia di “Albertino”, come lo chiamava chi gli voleva bene.

Buono, allegro, solare, attira-coccole: questo era il piccolo Alberto. “Un angelo caduto in terra, troppo speciale perché il cielo ce lo lasciasse”, hanno detto i familiari. Che si sosterranno l’un l’altro anche domani in occasione dell’ultimo saluto, che sarà dato domani, martedì 13 luglio, alle 16. La bara bianca dedicata alle anime più candide giungerà al Duomo di Breganze dall’ospedale di Vicenza, dove è stata custodita in questi giorni in attesa del funerale. Stasera invece, alle 20.30, una veglia di preghiera accompagnerà l’anima di Alberto: si terrà all’oratorio anche in questo caso a Breganze, in uno spazio ampio dedicato.