Tredici mesi di tensione e un consiglio da record: “Più gente qua che alla sagra”

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Da tredici mesi Caltrano è teatro di una crisi politica che sta destando curiosità ben oltre i confini comunali, tra dimissioni a catena, via vai dei dipendenti comunali e scambi di accuse senza esclusione di colpi. E lunedì sera, complice un volantino recapitato ad hoc e un interesse ormai paragonabile solo a quello delle migliori serie Netflix, ben oltre un centinaio di cittadini hanno riempito la sala consiliare già mezz’ora prima dell’inizio, mentre altri hanno seguito i lavori spalancando le porte sino alla loggia esterna: un’immagine insolita per un borgo di appena 2300 abitanti, “una prima” assoluta giuravano in molti fra i presenti.

La minoranza mitraglia il sindaco
Ad aprire le belligeranze, Anna Campese, capogruppo della minoranza, intervenuta rimarcando il rinvio del controverso punto inerente la modifica del regolamento, definito “bavaglio” perché avrebbe limitato il diritto di espressione dell’opposizione stessa durante la dichiarazione di voto. “Una parentesi di apertura nei nostri confronti – ha detto la consigliera – che però è naufragata nelle fasi successive”. E così, delle otto interrogazioni presentate, fra risposte ritenute troppo spesso generiche e non puntuali, Campese ribatte su quelle più sentite: la questione del dispositivo pericoloso installato a Malga Foraoro, documentato dalle fotografie sventolate in aula e rimosso in tempo record dopo l’interrogazione; la nomina del segretario comunale a tempo pieno, con un onere di 85mila euro l’anno definito insostenibile oltre che ingiustificato per le casse del Comune che “così si ergerebbe al pari di grandi centri con ben altre esigenze”; e infine il sospetto di un conflitto di interessi sull’aumento dell’IMU, penalizzante per privati e piccole attività, lanciato al sindaco ma rimbalzato alla stessa minoranza in un clima d’imbarazzo e di silenzi. Campese ha infine raccontato il rifiuto del sindaco di indire un’assemblea pubblica proposta dall’ex primo cittadino Luca Sandonà, uno strumento indispensabile per dare voce diretta ai cittadini.

La replica di Alberto Dal Santo: “Inaccettabile questo modo di fare opposizione”
“Quelle diffuse dalla minoranza sono affermazioni gravi, infondate e denigratorie, rivolte non solo alla mia persona, ma all’intera Amministrazione comunale”, ha replicato il sindaco Alberto Dal Santo durante l’ultimo punto dell’ordine del giorno. “Abbiamo ritenuto doveroso, per rispetto verso i cittadini e per trasparenza istituzionale, offrire una risposta puntuale ad ogni accusa riportata, smentendo con dati oggettivi e fatti concreti le distorsioni e le falsità atte a minare la fiducia nella gestione pubblica”. Con il volantino in mano, Dal Santo ha quindi rivendicato “la continua collaborazione con le forze dell’ordine per il controllo del territorio, anche attraverso la videosorveglianza”, ha citato il Regio decreto 827/24 per giustificare la trattativa privata sulle malghe comunali dopo aste andate deserte e ha spiegato che “c’è stato un grande impegno, anche grazie alla segretaria, per risollevare servizi demografici e affari generali. Ora in tre o quattro giorni al massimo l’utente ha la sua carta d’identità al punto che – è capitato – è il cittadino stesso ha rifiutare il primo appuntamento tanto si è veloci”. Senza tralasciare un’ultima stilettata: “Siamo rimasti sorpresi nel constatare come gli stessi firmatari del volantino non siano stati in grado di fornire risposte chiare sui punti da loro stessi sollevati – ha quindi concluso duro Dal Santo – qui si sta cercando di costruire con impegno mentre qualcuno demolisce”.

Il caso “guarda caso donna”
Ad agitare ancor di più gli animi – ce ne fosse stato bisogno – la dicitura comparsa nel volantino “guarda caso donna” in riferimento alle dimissioni del capo dell’ufficio tecnico. “Abbiamo fermamente condannato la gravissima allusione strumentale: essa è offensiva, retriva e fuori luogo, in quanto usata per attribuire stereotipi o giudizi impliciti che non trovano nella realtà dei fatti”, ha dichiarato Dal Santo. “Questa locuzione introduce un giudizio implicito, collegando il genere a una presunta incapacità, senza alcun riscontro oggettivo: non è una semplice osservazione, ma un attacco alla dignità professionale. E io la respingo, non tanto per me, ma per quanto questa lede il personale dei nostri uffici in primis”.

Le prospettive e il futuro del paese
“In Consiglio Comunale, senza preavviso e con chiara forzatura, il Sindaco ha sfruttato il punto “Comunicazioni del Sindaco” per mettere alla gogna la minoranza, presentando lui stesso interrogazioni e volantino, senza concederci il tempo per preparare le repliche.
Se davvero tutto funziona e non c’è alcun problema – chiosa Campese ormai sul finire del dibattito – si convochi finalmente un’assemblea pubblica con il diritto di parola ai cittadini. Altrimenti, rimane solo la conferma di una gestione a muso duro che nega evidenza e confronto”. Intanto il tempo scivola, fuori è buio e pioviggina. La seduta assembleare è tolta, ma nei capannelli che guadagnano l’uscita verso Piazza Dante i volti sono tirati e dubbiosi: “Semo messi ben. Par queo che ghe ze pì gente qua stasera che ala sagra” commenta sarcastico un arzillo anziano nel salire in auto. Non resta che attendere.