Addio a don Arcangelo, pianto da due comunità vicine. Era malato da tempo

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Don Arcangelo Rizzato (a sinistra) e don Marco Pozza durante un momento di festa a Calvene nel 2004 (dalla pagina FB)

La comunità di fedeli Calvene e quella di Fara Vicentino, suo paese d’origine, piangono la morte dopo lunga malattia di don Arcangelo Rizzato, sacerdote scomparso giovedì durante il ricovero all’interno dell’ospedale di Arzignano. Era stato parroco nel paese pedemontano dell’Altovicentino per 8 anni, fino al al 2004. Aveva 72 anni, avrebbe festeggiato un nuovo compleanno il prossimo autunno ma la chiamata al cielo, stavolta, non lo ha consentito.

Il suo fisico era stato messo a dura prova da tempo dal morbo di Parkinson, tanto che negli ultimi tempi era assistito nell’istituto denominato “Cenacolo di Nostra Signora di Fatima” di Montegalda. E’ stato anche autori di libri, tra cui il il volume “Da vinti a vincitori” in cui raccontava la sua risposta quotidiana alla malattia, densa di speranza e capacità di non smettere di sognare e impegnarsi per il prossimo.

Da alcuni giorni don Arcangelo si trovava nel polo sanitario principale dell’Ovest Vicentino, l’ospedale Cazzavillan di Arzignano, assistito in terapia intensiva fino al primo pomeriggio di giovedì, quando è spirato. Il solenne saluto a una figura di riferimento che ha lasciato un ricordo indelebile non solo a Calvene, ma anche nelle altre parrocchie dove aveva prestato servizio come a Montegrotto Terme nel Padovano, si terrà lunedì mattina alle 10 proprio a Montegalda, l’ultimo porto quiete dove aveva attraccato già provato fortemente dal male. Dopo l’ordinazione sacerdotale a 24 anni di età era stato per molto tempo anche in America Latina, in Equador, per poi farsi conoscere e apprezzare sui Colli Euganei.

Attraverso i suoi scritti, il prelato vicentino ha lasciato una testimonianza in prima persona in cui esorta i lettori a intraprendere un atteggiamento di risposta positiva a fronte delle avversità, godendo di ciò che una persona malata può ancora fare liberamente, anzichè fermarsi a ciò che il male impedisce di svolgere. “Un invito a non smettere di sognare, per guardare al futuro e continuare ad amare e vivere, anche quando la malattia sembra più forte“, come si legge nella presentazione del libro presentato proprio a Calvene nel 2016 nella chiesa dell’Annunciazione della Beata Vergine Maria, conosciuta nel 1996 e condotta fino al 2004 prima di essere chiamato a nuovo incarico dalla Diocesi di Padova.

Questo uno stralcio del commosso ricordo affidato a don Marco Pozza, che nel 2004 fu accompagnato proprio da don Arcangelo, suo parroco a cavallo dei due millenni, nei giorni dell’ordinazione e della prima messa celebrata nel suo paese: “Adesso che sei in Paradiso – si legge nella pagina Facebook denominata “Sulla strada di Emmaus” – salutami tutte le anime di Calvene: e continua a pregare per questa piccola comunità cristiana e civile che è il nostro bel paese”.