Chiusura punti vendita Mercatone Uno: aperto il tavolo di crisi in Regione

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La sede di Carrè vista dall'ingresso principale

Anche da Carrè, sede dell’unica filiale di Mercatone Uno in provincia di Vicenza e una dei 55 in Italia, si attendono notizie riguardo al futuro che attende i dipendenti della catena, oltre alle legittime richieste di pagamento e rimborso da parte di fornitori e clienti rimasti con un pugno di mosche in mano. In particolare il riferimento va alle novità provenienti dal tavolo di analisi e discussione aperto nella sede di Veneto Lavoro, con l’assessore regionale Elena Donazzan, i sindacati, i portavoce delle aziende fornitrici e le associazioni dei consumatori. Insieme a loro anche i sindaci dei quattro comuni veneti interessati dalla chiusura perentoria e improvvisa dei punti vendita di Carrè, Legnago nel Veronese, Noventa Padovana e Occhiobello (Rovigo).

I quattro punti vendita in mano alla società Shernon Holding, in procedura fallimentare, mantengono le serrande abbassate e la merce permane nello spazio espositivo e nei magazzini, in attesa di uno sblocco. L’incontro promosso dall’unità di crisi del settore, avvenuto ieri, ha avuto la funzione principale di strutturare un coordinamento regionale: obiettivo del tavolo, in sintesi, è stato quello di realizzare una presentazione dell’attuale situazione di crisi sia per quanto riguarda gli ambiti occupazionali che produttivi e sociali.

In concreto si tradurrà nel richiedere al Ministro del Lavoro a breve termine lo stato di avanzamento degli impegni assunti lo scorso 27 maggio, sollecitando decisioni rapide e funzionali al Tribunale di Bologna, da cui dipende il futuro dell’ormai ex Mercatone Uno.

Altre questioni salienti trattate nel corso della seduta consistono nella necessità di tutelare immobili e merci all’interno dei capannoni per evitare fenomeni di sciacallaggio già denunciati in altre parti d’Italia, attraverso un’adeguata attività di vigilanza territoriale; nel garantire ai clienti che hanno già acquistato (e pagato) della merce di ricevere un rimborso in tempi rapidi certi, o in alternativa sbloccarne la consegna.

Il tavolo rimarrà aperto, aggiornandosi a data futura in attesa di decisioni da parte di autorità giudiziarie e società proprietaria.