Dipinge durante la degenza e dona il quadro all’ospedale: ‘E’ il mio grazie, ho respirato tanta umanità’

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Se è provato che l’arte cura i mali dell’anima ma anche quelli fisici, allora Lucio Mantese ne è l’ennesima conferma. Con un talento che si è fatto dono lasciando di stucco tutti i sanitari e i medici dell’Ospedale di Asiago.

Apprezzatissimo maestro di ballo, ma anche riconosciuto pittore con una propria galleria espositiva a Schio, Mantese aveva programmato per aprile una delicata operazione alle anche: un intervento che richiedeva almeno un mese di degenza oltre che di riposo assoluto. Impossibile però per una persona dinamica e sempre operativa rimanere con le mani in mano: da qui la richiesta alla dirigenza della struttura ospedaliera, di poter riservare un angolo della stanza per poter dipingere, dando letteralmente colore a giornate altrimenti grigie. E così il pittore che abita a Cogollo del Cengio con la moglie Daniela si immerge tra le sue tele, ma senza dimenticarsi degli amici conosciuti tra le corsie: “Ho convinto, tra gli altri, anche un signore con cui abbiamo legato un po’ – racconta Mantese che sta ora trascorrendo l’ultimo breve periodo ricoverato pur in netto recupero – a posare per un ritratto e devo dire che è stata una bella emozione oltre che un divertimento reciproco perchè non era facile farlo stare fermo. Ma non è stato l’unico caso: ci siamo fatti tanta compagnia con molti che sono diventati protagonisti delle mie realizzazioni.

Ma è proprio in questi giorni, dopo un lavoro volutamente nascosto agli occhi di tutti, che Mantese, pur obbligato ad una carrozzina a rotelle, ha mostrato quello che aveva preparato per dire il suo grazie a chi lo aveva curato: “Ho trovato così tanta umanità fra questi reparti che il minimo era sdebitarmi con quello che mi riesce meglio – racconta emozionato il poliedrico artista cogollese – così ho dipinto il chirurgo immaginato mentre invoca la protezione e l’aiuto del Signore che alle spalle lo guarda benevolo. A fianco ho voluto rappresentare i bucaneve, tipici del nostro territorio, simboli di rinascita e di speranza”.

Per il quadro dai colori sgarcianti e dalla luminosità tipica del tratto di Mantese, pare sarà trovato apposito alloggio all’ingresso. Un quadro che ha sorpreso e commosso dottori e infermieri ma anche le tante persone ricoverate in questo periodo: dove pur nella consapevolezza dei problemi di una sanità spesso criticata, non bisogna dimenticare i volti di chi ogni giorno abbraccia, prima che un camice, la missione di essere a fianco di chi soffre. Donne e uomini che col loro impegno e la loro professionalità, assieme a quel tocco di empatia che spesso è la medicina più potente, sperano di ridonare quel sorriso che oggi, sotto le mascherine, ha animato anche i loro volti. Con qualche lacrima, stavolta di gioia.