Il lupo sbrana i pony mascotte della valle: “La politica agisca, qui è il disastro”

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La scena del giorno dopo è sempre la stessa: brandelli di carne e sangue ovunque. Di Temperino e Celestino, i due pony mascotte della Valle del Posina, non restano che le carcasse dilaniate da più lupi che lo scorso fine settimana hanno preso di mira il recinto dove i simpatici cavalli di taglia ridotta erano amorevolmente custoditi da anni da Claudio Comparin.

Delle quattro bestiole presenti, oltre alle due uccise, un’altra è stata ferita e solo i rumori provocati dall’arrivo dei padroni, hanno evitato il massacro totale. Siamo a Laghi, ad una trentina di metri dalle case: la questione che ancora una volta anima il dibattito nel paesino più piccolo del Veneto ed in tutto il circondario non verte tanto su ciò che fanno i lupi – carnivori per natura – ma ciò che piuttosto non farebbe la politica più volte interpellata su una situazione che appare sempre più fuori controllo: “All’amarezza per la perdita dei miei pony – racconta Comparin che è anche consigliere comunale ad Arsiero – si aggiunge il senso di impotenza mio e di molti di fronte ad una politica che sa e non provvede. Il lupo qui è fuori controllo: la razzia che ho subito io è l’ultima in ordine di tempo, ma esiste un grave problema anche per la fauna selvatica. Si discute, si litiga, ma non si decide: e certo i piccoli palliativi come i recinti ancorché elettrificati, non risolvono”.

Uno dei pony sopravvissuti è vistosamente ferito: i prossimi giorni saranno cruciali

Parole che scuotono un territorio dove ormai le incursione dell’astuto predatore non si contano più e dove già un altro amministratore, Claudio Sartori, sindaco di Valdastico, ha speso parole altrettanto dure: “Lungi da me inserirmi nella diatriba tra ambientalisti e radicali che vorrebbero soluzioni radicali – conclude Comparin – da gente di montagna semplicemente chiediamo di intervenire con senno, ma il prima possibile. I pony non mi danno rendita, sono ormai animali d’affezione a cui erano molto legati anche i bimbi della zona che avevano dato loro un nome e che venivano regolarmente a salutarli: di qualche magro risarcimento non sappiamo che farcene. E’ come saltato l’equilibrio di un habitat già fragile: le conseguenze saranno sempre più gravi. Cosa stiamo aspettando ancora”?