Ex Safond, bocciatura da “Nobel”: “In quell’area, quel progetto non s’ha da fare”

Arriva stavolta da un autorevole trio di esperti – Lorenzo Altissimo, Giulia Passadore e Andrea Rinaldo, quest’ultimo insignito del Premio Nobel per le Scienze dell’Acqua – l’ennesimo deciso appello contro il progetto di ampliamento della ditta Silva a Montecchio Precalcino.

Una proposta che vorrebbe la creazione di una piattaforma per il trattamento di rifiuti potenzialmente pericolosi e l’espansione dell’attività di rigenerazione di terre di fonderia nel sito T-44, ma che di fatto, almeno al momento, sta raccogliendo più contrarierà che consensi.
L’ultima, in ordine di tempo, quella del professor Andrea Rinaldo, figura di spicco a livello internazionale nel campo dell’idrologia e dell’ecologia delle acque, con il massimo premio – lo Stockholm Water Prize, comunemente noto come “Nobel dell’acqua” – tributatogli direttamente dall’Accademia reale svedese. Il noto idrologo, insieme ai colleghi Altissimo e Passadore, ha così denunciato in un’articolata missiva indirizzata alla Provincia di Vicenza, gravi criticità ambientali e normative. Secondo i tre studiosi infatti, l’area interessata sarebbe estremamente fragile: si tratta di una zona di ricarica degli acquiferi, priva di rete fognaria e ricca di pozzi per uso potabile, tra cui le storiche sorgenti dell’Acquedotto di Padova.

Gli esperti sottolineano l’inadeguatezza delle misure proposte dall’azienda per la gestione delle acque meteoriche e l’assenza di una valutazione seria degli impatti sulle falde sotterranee. Inoltre, evidenziano come il progetto violi il Decreto Legislativo 152/2006, che vieta attività potenzialmente inquinanti nelle zone di rispetto degli acquedotti. Ma Altissimo, Passadore e Rinaldo non si limitano ad una mera critica tecnica. Il loro intervento è un richiamo alla responsabilità collettiva verso un territorio già compromesso da decenni di attività estrattive e oggi strategico per l’approvvigionamento idrico di centinaia di migliaia di cittadini: “Un progetto del genere – affermano – non può trovare spazio in un’area tanto preziosa quanto vulnerabile. È una questione di buon senso, di scienza e di tutela del bene comune”.

Si allarga anche il fronte dei comuni contrari:  è “no” anche da Monteviale
Anche il consiglio comunale di Monteviale esprime all’unanimità la propria contrarietà al progetto di Silva Srl. Dopo il comune di Padova, dopo dieci comuni padovani, un veneziano, dopo Dueville e Monticello Conte Otto, anche il comune di Monteviale formalizza il suo no all’impianto di rifiuti pericolosi infettivi di Silva. Lo scorso 5 giugno il consiglio comunale ha votato all’unanimità il sostegno al Comune di Dueville nel contrastare il progetto descritto. Nella delibera si legge come “il principio di precauzione non è un’opzione, ma un dovere, soprattutto quando si parla di salute pubblica”. Si ritiene poi – questo in altro passaggio deliberativo – “inammissibile che un’attività classificata come potenzialmente pericolosa per la risorsa idrica venga autorizzata senza considerare appieno il nuovo quadro conoscitivo e normativo”.

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