Emozioni in quota, torna la Superpippo. In 300 alla conquista di Cima Forni Alti


Dopo sei anni di silenzi e di grandi attese, la Superpippo Sorapache torna a correre. E lo fa con la forza di chi non ha mai smesso di crederci. Domani, domenica 5 ottobre, Posina sarà di nuovo teatro di una delle gare di skyrunning più iconiche del panorama vicentino, nata nel 1994 per onorare la memoria di Roberto Gemo, alpinista e corridore che ha lasciato un segno indelebile nella storia della montagna.
A riportare in vita l’evento è stato un piccolo nucleo operativo guidato da Alberto Ferretto, che con passione, tenacia e spirito di servizio ha saputo riaccendere la fiamma della Superpippo: “Non è stato semplice, ma era giusto farlo. La Superpippo non è solo una gara: è un simbolo, un patrimonio della nostra comunità. Ridarle voce significa restituire dignità a un pezzo di storia che ci appartiene”, racconta Ferretto. Attorno a lui si è raccolto un gruppo di volontari, amici e appassionati che hanno lavorato con dedizione per ripulire il sentiero 377 della Val Sorapache, mettere in sicurezza il tracciato e ricostruire l’identità dell’evento, passo dopo passo.
Il percorso, tecnico e panoramico, si snoda per circa 10 chilometri con 1500 metri di dislivello positivo, dalla località Fusine di Posina fino alla Cima Forni Alti, a quota 2050 metri. La partenza è fissata alle ore 9, ma la giornata inizierà già alle 7.30 con il ritiro dei pettorali presso il centro polifunzionale di Posina, dove si svolgeranno anche il pranzo conviviale e le premiazioni nel pomeriggio. L’arrivo degli atleti è previsto tra le 11 e le 12.30, in un clima che si preannuncia carico di emozione e memoria. Fondamentale per la rinascita della Superpippo è stato il sostegno di enti e associazioni che hanno creduto nel progetto. L’evento gode del patrocinio del Comune di Posina, della Provincia di Vicenza e della Regione Veneto, ed è organizzato in collaborazione con l’ASD Macuri, la Pro Loco di Posina, il CAI di Schio e il Soccorso Alpino. Un lavoro corale che ha unito istituzioni, territorio e passione sportiva, dimostrando che la montagna può essere ancora oggi un luogo di incontro, di sfida e di bellezza condivisa.
“Abbiamo voluto che la Superpippo tornasse ad essere ciò che è sempre stata: una corsa verticale, sì, ma anche un abbraccio collettivo. Un modo per ricordare Roberto Gemo, per celebrare il Pasubio e per ritrovare il senso profondo dello stare insieme”, aggiunge Ferretto. E in queste parole c’è tutta l’anima di un evento che non si limita a guardare al passato, ma che torna a correre verso il futuro. Con il passo sicuro di chi sa dove vuole arrivare.
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