In escursione solitaria sul “Brutto Buso”: scivola sulla via del ritorno e muore un 68enne di Schio

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Due dei soccorritori usciti ieri sera

Si è conclusa nella notte e purtroppo senza il lieto fine sperato la missione d’emergenza di due squadre del Soccorso Alpino, che ha dovuto riportare a valle il cadavere di un uomo di Schio, 68 anni, trovato tra le rocce sopra contrada “Griso”. L’escursionista, partito da solo dalla sua abitazione ieri mattina, avrebbe dovuto far rientro a casa entro il pomeriggio del sabato. Alle 21 la moglie, preoccupata dopo averlo sentito al telefono in due momenti ma l’ultima 9 ore prima, ha dato l’allarme al 118, che a sua volta ha interpellato il Soccorso Alpino e i Carabinieri per le ricerche dello scomparso.

In base alle indicazioni che Paolino Camparmò – residente a Magrè di Schio ma originario di Valli del Pasubio – aveva lasciato ai familiari, si era diretto sul “Brutto Buso“, località delle Piccole Dolomiti sopra l’abitato di Posina tutt’altro che semplice da raggiungere tra pendii ripidi e boscaglia. Un’area di montagna in cui si trovano i resti delle trincee della Grande Guerra. Lo scledense era arrivato a destinazione e, a mezzogiorno aveva contattato la moglie: tutto andava secondo i piani e, dopo uno spuntino, avrebbe iniziato la ridiscesa verso l’auto parcheggiata in località Griso. Qui, purtroppo, il vicentino della classe 1955 non è mai arrivato.

La donna, che più tardi aveva tentato invano di ricontattarlo, non aveva saputo indicare ai soccorritori del Cnsas da quale parte intendesse far ritorno a valle, pertanto le due squadre di ricerca si sono organizzate di conseguenza visto che il telefono non era raggiungibile. Quattordici soccorritori, tra i quali un’infermiera, si sono divisi: un team ha iniziato a risalire il canale, molto rischioso di notte, chiamando a voce l’uomo, le altre si sono spostate a verificare possibili itinerari alternativi di rientro, perché dalla cima, anche se molto difficile da raggiungere e individuare, si può arrivare a un sentiero Cai che poi si dirama. È stata proprio la squadra che stava risalendo il canale a trovare il corpo senza vita.

Ottenuto il nulla osta dalla magistratura per la rimozione, la salma del 68enne scledense è stata imbarellata, calata per 200 metri fino al sentiero e da lì trasportata alla contrada per essere affidata al carro funebre, alle 3.30 di stanotte, con indagini affidate ai Carabinieri. Questa mattina i soccorritori sono saliti nuovamente sul Brutto Buso per recuperare effetti personali dell’uomo e hanno rinvenuto lo zaino poco sotto la cima, nel punto in cui, non si sa se per un malore o se dopo aver perso l’equilibrio, è caduto ruzzolando per almeno 150 metri.

“Facciamo presente che sul Brutto Buso si legge nella nota diffusa oggi dal Cnsas Veneto – spesso pubblicizzato senza opportune premesse, sono sì presenti manufatti della Prima Guerra mondiale, ma non esiste più sentieristica, non ci sono indicazioni e segnali evidenti, è selvaggio, impervio e pericoloso e già una volta quest’anno i soccorritori erano intervenuti in aiuto di un’altra persona”.